E oggi, cosa è rimasto di quell’estate del 1992? Quale messaggio ci hanno lasciato i “lenzuolisti”?

Un lenzuolo contro la mafia. Sono vent’anni e sembra domani di Roberto Alajmo (Navarra)

A vent’anni di distanza dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, l’esempio di Falcone e Borsellino ci viene riproposto, oggi, da Roberto Alajmo attraverso un libro che racconta in presa diretta quanto avvenne nei mesi successivi a quelle morti che hanno segnato il risveglio delle coscienze di quanti vollero gridare il loro “ora basta”. Il “comitato dei lenzuoli”, che si formò proprio nei giorni successivi alla strage di Capaci, divenne il centro focale di un movimento che si fece promotore del risveglio di quelle stesse coscienze assopite che sembrarono non reagire quando, in sandali e maglietta, venne assassinato l’imprenditore Libero Grassi. Dalla sua morte a quella di Giovanni Falcone e poi, lungo uno stesso filo conduttore, a quella di Paolo Borsellino: rabbia, sgomento, desiderio di riscatto.

Quanto è rimasto, dopo due decenni, di questa voglia di cambiamento? Quale messaggio ci hanno lasciato i “lenzuolisti” di punta che vissero, affrontandola di petto, quell’estate del 1992? Roberto Alajmo ha saputo intessere alla perfezione reportage giornalistico e diario in un alternarsi di opinioni a confronto che provengono dalle pagine di chi visse e animò il movimento d’opinione della Palermo macchiata dal sangue di uomini come Falcone e Borsellino, divenuti icone di giustizia e emblema della voglia che i siciliani hanno di combattere la mafia. Tra i contributi, di ieri e di oggi, si distinguono quello di Giuliana Saladino, Beatrice Monroy, Marta Cimino, Giovanna Fiume.