Ha inaugurato ieri  la seconda edizione di Trame, il festival dei libri sulle mafie in programma a Lamezia fino al 24 giugno.  Imponente la partecipazione di pubblico, in particolare agli incontri che hanno visto protagonisti Pietro Grasso, Davide Enia, Michele Prestipino, Giuseppe Baldessarro, Ficarra e Picone.

Ad aprire la cinque giorni l’incontro su IL CORAGGIO DELLE DONNE, coraggio di cui hanno parlato, moderate dalla giornalista Bianca Stancanelli, la scrittrice Angela Bubba, il magistrato Alessandra Cerreti, Maria Teresa Morano presidente FAI e la giornalista Angela Corica.  Coraggio che oggi rappresenta una vera e propria rivoluzione sociale,  da quella delle nuove collaboratrici di giustizia, nuovo fenomeno nella realtà ‘ndranghetina fondata su un legame di sangue solo apparentemente indissolubile, a quello di coloro che all’interno delle proprie realtà professionali hanno scelto da che parte stare, spesso rinunciando a privilegi scegliendo la via dell’etica e della legalità. Commovente l’omaggio in musica di Francesca Prestia a Lea Garofalo a cui Lamezia Terme dedicherà una via.

Ma la “rivoluzione sociale” è stato anche il tema del ricordo di Padre Pino Puglisi, morto anche perché lasciato solo.  Dal Prefetto Repucci a Don Giacomo Panizza  è emersa necessità  di una partecipazione attiva e diffusa dei cittadini che, superando l’omertà e l’indifferenza, costituiscano un motore attivo nella lotta alle mafie. Tema ricorrente anche nella presentazione del libro di Raffaele Cantone, che incalzato da Sandro Ruotolo ha ribadito l’importanza di tessere una rete di legalità per poter sconfiggere le mafie e dell’inutilità del metodo repressivo.

Ospite per l’inaugurazipone di Trame il Procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso. Alla presentazione grande partecipazione di pubblico, una folla di lametini ha gremito  piazzetta San Domenico. Il procuratore ha ribadito l’importanza di mantenere vivi degli strumenti che possono essere usati dalla magistratura: “no al bavaglio alla stampa, i cittadini hanno il diritto di essere informati” riferendosi alle polemiche sulle intercettazioni. “Si può morire di mafia perché vittima della violenza mafiosa, ma anche e soprattutto se l’indifferenza e la rassegnazione prendono il sopravvento. Vi prometto che noi – ha concluso Grasso – cercheremo sempre verità e giustizia”. Stessa folla quella che ha gremito Palazzo Panariti per l’incontro dedicato al “caso Fallara”.

A chiudere la prima giornata del Festival l’omaggio a don Pino Puglisi  del duo  Ficarra e Picone che hanno emozionato il pubblico con un adattamento speciale dello spettacolo da loro scritto e interpretato “Il sorriso di Don Pino”.