Peppe D’Avanzo ci manca. Ci manca perché era un professionista ma anche «una brava persona, e per fare il giornalista devi essere una brava persona». Ci manca tanto, così tanto che qui a Trame abbiamo sentito il bisogno di dedicargli un po’ di tempo e spazio.

È successo ieri sera nel cortile di Palazzo Panariti, davanti ad una platea piena e assorta, completamente rapita dal racconto del nostro direttore artistico Lirio Abbate e dal collega Attilio Bolzoni, che con D’Avanzo hanno lavorato per anni. «Senza Peppe mi manca un pezzo dell’Informazione», ha detto Abbate, riassumendo così un pensiero che in molti, da mesi, hanno e con il quale fanno i conti ogni giorno. Soprattutto i giovani giornalisti, o aspiranti tali, che con D’Avanzo hanno imparato ad amare questa professione e hanno scelto di intraprendere questo cammino, oggi caratterizzato, come ricordava anche Bolzoni, dalla precarietà, e quindi dall’insicurezza.

Ed è lo stesso Bolzoni, in un ricordo amichevole ma allo stesso tempo professionale, a ricordare che «non esiste nessun “metodo D’Avanzo”: l’unico metodo di Peppe era lo studio, il rigore estremo soprattutto verso se stesso e fonti di prima scelta, sempre. Quello che ogni giornalista dovrebbe fare, ma che purtroppo quasi più nessuno fa, soprattutto ora che con Internet ciò che conta è la velocità, in nome della quale spesso si sacrifica la professionalità».

Questi sono i video dell’incontro realizzati da Lameziacuriosa.