Perché si scrive un’autobiografia non autorizzata di Nicola Cosentino? «Perché Cosentino, ex sottosegretario all’Economia con delega al Cipe, è un personaggio politico al centro di molti scandali: il Cosentinismo è speculare al Berlusconismo.E anche se questo libro è stato in realtà scritto per “coincidenza” coi fatti che hanno coinvolto “Nick ‘o Mericano” negli ultimi mesi, a me ha dato un nuovo senso a questa professione».

Questo è Il Casalese-ascesa e tramonto di un leader politico di Terra di Lavoro nelle parole di Arnaldo Capezzuto, uno degli autori che ieri sera, nell’intimità di Palazzo Panariti, ha raccontato, insieme all’altro autore Ciro Pellegrino e a Nico Pirozzi, la vicenda di questo libro che da mesi è alla ribalta delle cronache nostrane per la sostanziosa denuncia (un milione e duecentomila euro, ritiro e distruzione delle copie in vendita) che la stessa famiglia dell’ex sottosegretario ha fatto ai nove autori e alla casa editrice CentoAutori. L’incontro è stato moderato dal giornalista di Servizio Pubblico Stefano Bianchi.

La Campania è una terra martoriata da problemi enormi, come la gestione dei rifiuti e quella degli appalti edili, che si ripercuotono sull’Italia intera e Cosentino, in qualità di referente politico del Pdl in Campania, «non ha fatto nulla per la sua terra, ed è per questo che per me sarebbe da condannare all’ergastolo», dice Pellegrino. Gli fa eco Capezzuto, che avverte: «il problema, nonostante quello che questo libro denuncia, è che il potere di Cosentino e dei Casalesi non si è affatto scalfito ma è anzi passato nelle mani di Nitto Palma». Tutto come sempre, insomma.