Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: uomo politico e generale dei carabinieri i primi due, entrambi uccisi nel 1982, magistrati i secondi, trucidati esattamente dieci anni dopo, nel 1992.

Ad accomunarli, oltre ai mandanti degli efferati delitti, tutti appartenenti a Cosa Nostra, è il destino di “Uomini soli”, come recita il titolo di un libro e di un documentario realizzati da Attilio Bolzoni, giornalista di Repubblica e dal regista Paolo Santolini. “La loro era una solitudine istituzionale e sociale – spiega il videomaker –, ma la verità è che siamo tutti un po’ soli nel momento in cui decidiamo di andare controcorrente. Con questo lavoro abbiamo cercato di dare voce a chi è sopravvissuto a quei dieci anni terribili per la città di Palermo e per l’Italia tutta, perché spesso sopravvivere viene quasi visto come un delitto, come se fosse una colpa”.

Il racconto vede Bolzoni intervistare quei pochi protagonisti  – tra cui la fotografa Letizia Battaglia, di cui è possibile visitare la mostra a Palazzo Nicotera dal titolo “Dignità e libertà” – di quella che Santolini definisce una vera e propria “guerra”, partigiani che hanno dato una speranza a quelle terre e la cui eredità si è purtroppo sbiadita nel corso degli anni. “Come afferma Bolzoni, ‘dopo una vita passata a scrivere di mafia, posso affermare di non sapere nulla’ – conclude il regista –. Questo non è un film che lascia una speranza, ma che entrando nell’animo delle persone che hanno vissuto quel periodo, cerca di raccontare una parte di società che voleva cambiare le cose. Abbiamo cercato di non realizzare un qualcosa di retorico, l’ennesimo omaggio ai caduti, ma qualcosa di molto più intimo”.