“Sciascia diceva che il vero problema in Sicilia è che a fare cosca riescono solo i siciliani peggiori”: con queste parole lo scrittore Roberto Alajmo ha introdotto il tema centrale del libro presentato ieri sera a piazzetta San Domenico in compagnia di Enrico Colajanni, leader di Libero Futuro e tra i fondatori di Addio Pizzo.

Il movimento dei lenzuoli divampato con ferocia in seguito alle stragi del 1992, cui presero parte una parte esigua ma significativa di palermitani, viene spiegato come un gesto simbolico per dire no alla mafia da parte di cittadini sconvolti emotivamente: “Il lenzuolo era un modo per riconoscere il proprio compagno dal nemico – ha continuato Alajmo – e il movimento fu inoltre favorito dall’interesse dei media, che voltarono il loro obiettivo dalla mafia all’antimafia. Al palermitano piaceva vedere un’immagine positiva di sé per la prima volta”.

E se il movimento dei lenzuoli fu un movimento di breve termine, conclusosi nel giro di pochi mesi, l’impegno civile si è ridestato, forte di quell’esempio, con la nascita di associazioni quali Addio Pizzo, “in grado di promuovere un codice etico indispensabile per cambiare la prassi quotidiana, humus nel quale si annidano i mali della società” come ha spiegato Colajanni. Sono stati fatti tanti passi in avanti ma la reazione civile non è stata mai adeguata e ancora oggi si corre il rischio che “le commemorazioni sempre più stanche e rituali – ha concluso Alajmo – diventino solo un ronzio narcotizzante”.