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Giancarlo Capaldo, Roma mafiosa. Cronache d’assalto criminale allo Stato, Fazi

Cronache dell’assalto criminale allo Stato
Roma mafiosa è il resoconto appassionato di un magistrato che per anni si è speso nella lotta alla mafia e che ora, riflettendo sugli avvenimenti del biennio ’92-’93, descrive le trasformazioni delle organizzazioni criminali e i rischi della difficile situazione istituzionale di oggi.

«Un investigatore d’eccezione per un libro choc»
Gianluigi Nuzzi

Il territorio capitolino è una base essenziale sia per le mafie nostrane – Cosa Nostra, ‘ndrangheta, camorra – che per quelle straniere – albanese, russa, cinese o nigeriana – in un vero crocevia di interessi illeciti. Roma in particolare è stata ed è tuttora il teatro di una decisiva mutazione della criminalità. Partendo nella sua analisi dalla stagione delle stragi e della cosiddetta trattativa, Capaldo dipinge una nuova mafia pervasiva e dai contorni sfumati che punta ai luoghi di potere e pilota scelte essenziali. In base all’esperienza maturata in quarant’anni di attività, il magistrato scrive un saggio ricco di informazioni e dati, corredato da box di approfondimento e arricchito da aneddoti personali, e ci aiuta ad orientarci in paese in cui la classica tripartizione dei poteri è esautorata da un esecutivo onnivoro che tenta di fagocitare il Parlamento, da una magistratura allo stesso tempo bersagliata dalla politica e tentata dal superamento delle sue prerogative, da una stampa sempre meno indipendente e sempre più interessata e da una serie di poteri forti extraistituzionali che aspirano al ruolo di burattinai dell’eterna transizione italiana.

«Le infiltrazioni delle cosche campane, calabresi e siciliane e i loro contatti con la malavita organizzata locale sono un fenomeno sempre più attuale e pericoloso. Roma è l’unica città dove possono fare affari insieme senza entrare in conflitto. Nella capitale le cosche non impongono il controllo del territorio come in Campania o in Sicilia, non si dedicano alle estorsioni o ai regolamenti di conti. Qui da noi abbiamo il vertice, il gotha delle organizzazioni». Giancarlo Capaldo, la Repubblica