Lavori eterni, incidenti mortali, operai deceduti e ben undici inchieste della magistratura sulla «signoria territoriale» della ‘ndrangheta, sostanzialmente riconosciuta dalle imprese.

Antonello Mangano, Zenobia. Dalla Salerno – Reggio Calabria ai cantieri del Nord il laboratorio dei rapporti tra ‘ndrangheta e imprese, Castelvecchi.

zenobiaUn libro che racconta il meccanismo criminale che decide sui cantieri dell’autostrada più importante d’Italia. Lungo la Salerno – Reggio Calabria c’è chi corre e chi guadagna «appaltando con lentezza». Corrono le imprese dei subappalti e soprattutto gli operai. Lavorano a qualunque ora, senza protezioni e senza badare agli straordinari. Allora è facile cadere nel cemento e morire soffocati, perdere la vita fulminati da un cavo elettrico o schiacciati da un rullo per l’asfalto. Nessuno, però, protesta. Il terrore è il filo rosso di questa vicenda. Solo il dominio basato sul terrore può permettere ingiustizie così evidenti. Non solo la paura di perdere il lavoro ma il timore che determinano i boss assunti nei cantieri. Ci troviamo di fronte a una gestione mafiosa della forza lavoro con l’imposizione di veri tributi e l’annullamento del conflitto sindacale e dei diritti. Il giornalista Antonello Mangano racconta un vero e proprio «sistema A3», che non è solo un problema calabrese. Il modello si estende verso Nord. I rapporti tra clan e imprese nati in Calabria si sono riprodotti tali e quali in zone fino a poco tempo fa immuni dal problema.  Un testo che intervalla il lavoro giudiziario alla pura narrazione, grazie a testimonianze inedite di persone rimaste invischiate nell’ingranaggio mafioso.  Come Zenobia è la città invisibile di Calvino che rinuncia ai propri desideri, l’A3 è l’opera pubblica più controversa del Paese, che dagli anni ’60 ancora oggi impedisce lo sviluppo di tutto il Meridione a vantaggio solo della criminalità organizzata.