Donne pie, anch’esse con i santini in mano, per lo più casalinghe, madri esemplari e compagne fedeli. E che i padri, i mariti, i fratelli mafiosi facessero di tutto per tenerle distanti dai segreti dell’organizzazione e rifiutassero di coinvolgerle.

Questo il ritratto – per nulla corrispondente al vero – che emergeva, e che esse stesse si preoccupavano di fare risaltare durante i processi di mafia che vedevano coinvolti i loro padri, mariti e fratelli. Nella realtà, invece, che adesso si delinea in tutta la sua crudezza e, in certi casi ormai noti alle cronache, spietatezza, le donne hanno sempre avuto un ruolo attivo all’interno delle famiglie mafiose: da depositarie silenziose di segreti inconfessabili, a complici consapevoli dei traffici illeciti, fino a essere boss supplenti allorché i loro uomini si trovavano in carcere o erano latitanti. Uno stereotipo che viene a cadere, quindi, a perdere fondamento, così come l’altro, consolidato nel tempo, che vede la donna siciliana spettatrice passiva, e abbiamo sopra ricordato tempi storici in cui centinaia di donne si battevano accanto ai loro cari durante il movimento agrario. Su tutte, comunque si impone, suo malgrado forse, poiché non era alla ricerca della notorietà per sé, Felicia Bartolotta Impastato, oggi un vero e proprio simbolo della tenacia che ciascuno di noi deve possedere nella lotta alla mafia. Sì, perché la lotta alla mafia non è “cosa” soltanto dei magistrati, delle forze dell’ordine, ma riguarda tutti noi, un dovere sociale ed economico che deve vedere in prima fila, come reali protagonisti di un cambiamento radicale della società siciliana e meridionale, i cittadini onesti e laboriosi.

Donne di mafia. Donne contro la mafia è un libro di Francesca Incandela pubblicato da Libridine