Da qualche anno TRAME Festival, oltre alla letteratura, ha aperto le sue porte ad altre espressioni artistiche quali cinema, teatro e fotografia, fornendo così la possibilità a tutti, gratuitamente, di fruire di una molteplicità di linguaggi.

Quest’anno il titolo stesso del festival è stato ispirato da un celebre lungometraggio del regista Roberto Andò, Viva la Libertà.

I film presentati all’interno della rassegna del Cinema di notte, svoltasi presso il Teatro Umberto, integralmente dedicata a Roberto Andò, sono stati selezionati dallo stesso come più rappresentativi della sua produzione cinematografica.

La scelta è ricaduta su: Viva La Libertà, tema principale dell’intero festival; Le confessioni, ultimo lavoro di Andò; Viaggio segreto e Sotto falso nome.

Viva la libertáI primi due lavori sopracitati sono stati definiti dallo stesso regista film ‘politici’, in quanto affrontano tematiche pubbliche tratte dalla realtà attuale, ma declinate con modalità irrealistiche. Hanno entrambi lo scopo di dissacrare il potere con le armi dell’arte, creando uno stacco attraverso l’utilizzo di un elemento straniante che si inserisce nella trame del potere. In particolare, in Viva la Libertà il regista ricorre allo scambio di identità tra due gemelli facendo emergere una realtà positiva in contrapposizione alla corruzione del potere e dell’anima. Nel monologo conclusivo in cui il gemello buono recita una poesia di Bertold Brecht –“A chi esita”-, viene sottolineata l’importanza di riconquistare la propria autodeterminazione anche attraverso il recupero di un linguaggio troppo spesso alterato dalle dinamiche corruttive: “Le nostre parole d’ordine sono confuse. Una parte delle nostre parole le ha travolte il nemico fino a renderle irriconoscibili.” In tal modo, sarebbe possibile ricostruire la propria identità fino a renderla nuovamente riconoscibile a noi stessi e agli occhi degli altri. E fare così la differenza nel determinare un cambiamento positivo nella realtà circostante.


Le-confessioniAnche ne Le confessioni questo schema viene ripreso: il monaco benedettino arriva con il suo stile essenziale, limpido e silenzioso (reso anche attraverso il suo abito bianco e sobrio) a mettere in crisi un sistema fatto di orpelli, di sospetti, di calcoli, misteri e, soprattutto, di malvagità, di torbidezza, di perdita di senso ( elementi resi attraverso gli abiti neri e i volti torvi). Tutti i grandi della terra, riuniti in un summit dagli oscuri propositi, entrando in contatto con il monaco con l’intento di confessarsi, ne escono profondamente cambiati: taluni perduti (il capo del fondo monetario che si suicida perché non avverte il pentimento per le proprie manovre di potere), talaltri guariti (il rappresentante dell’Italia e il ministro dell’economia che decidono di tirarsi indietro nello stesso disegno e la scrittrice di libri per bambini che aiuta il monaco a sfuggire dalle mire dei restanti partecipanti). In ogni caso, essi scelgono. Scelgono di morire o di tornare a vivere veramente, lontano dalla schiavitù del male. “La libertà”-
afferma Andò- “è una possibilità che hanno tutti ma che non tutti riescono a esprimere”.

 

 

sotto falso nome

viaggio_segreto

Viaggio segreto e Sotto falso nome, diversamente dai primi due film, descrivono invece una dimensione molto più privata e intima, in cui il tema del doppio e dell’ambiguità ritorna, ma viene analizzato all’interno della sfera personale dei protagonisti. L’elemento del segreto lega entrambi questi lavori che indagano le pieghe più nascoste dell’animo umano e delle relazioni.

Riprendendo dunque il filo conduttore dell’intero festival –Viva la libertà-, sollecitati dalla riflessione che Andò pone a conclusione del film: Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua, tutta la rassegna vuole essere un richiamo alla libertà individuale che passa attraverso una presa di posizione del singolo nei confronti delle deviazioni del potere.