“Vedi la tua bambina stesa per terra…le tue mani all’improvviso si riempiono di sangue…quando ti riprendi ti dicono che Annalisa, tua figlia, è stata colpita alla testa con un colpo di pistola che non era neanche rivolto a lei”.

È così che Paolo Miggiano, autore di “Ali spezzate. Annalisa Durante. Morire a Forcella a quattordici anni”, accoglie i partecipanti della V edizione del Festival dei libri sulle mafie di Lamezia Terme, insieme al giornalista napoletano che ha raccontato e denunciato la vicenda, Arnaldo Capezzuto “cronista di camorra testardo e coraggioso, di quelli che non si fanno intimidire” come lo dipingono su Ossigeno, l’osservatorio sui cronisti sotto scorta. Miggiano è anche coordinatore delle attività della Fondazione Pol.i.s. per le vittime innocenti della criminalità e i beni confiscati alle mafie, ed è proprio a quest’ultima che ha ceduto i diritti d’autore del suo libro, libro che ci catapulta direttamente nella cruenta vicenda che colpì più di dieci anni fa la piccola quattordicenne Annalisa e che non fa altro che mostrare un volto di Napoli ormai noto, che quasi non sorprende più, che spesso lascia indifferente o che comunque indigna per poco, giusto il tempo di una fila alle poste o una condivisione sui social.

Perché è la distrazione la vera piaga di una città come Napoli, una città divisa, quasi formata da realtà a se, come i pezzi di un mosaico che visto da lontano formano un unico disegno ma che osservato con attenzione da vicino, rivelano le sue disomogeneità. È per questo che ha deciso di scrivere questo libro, per “non far cadere l’oblio su queste cose” e per raccontare che la colpa non è solo di chi con la malavita ci lavora ma anche da chi questo lo concede: dalla classe politica assente, alla chiesa che non sa fare la chiesa. Per fortuna Napoli non è solo questo, come sottolinea Capezzuto, grande merito va alla Magistratura partenopea che da anni combatte con durezza la criminalità, ma anche ai cittadini che ogni giorno decidono di non arrendersi, come i giovani di Scampia, quartiere alla periferia di Napoli, che hanno donato circa cinquecento libri a Giannino Durante, padre di Annalisa, che ha deciso di regalarli per le strade di Forcella e dare nuova speranza a quella che viene oggi chiamata “la paranza dei bambini”, giovani gangster di 14/18 anni destinati ad una carriera criminale dalla quale difficilmente esci…se non da morto.