Esiste un filo conduttore tra minori, lotta alla mafia e supereroi: il filo che lega Trame 6 a Save The Children. Venerdì pomeriggio all’interno del Chiostro di San Domenico i giovani volontari del festival di Lamezia Terme hanno preso parte al laboratorio organizzato da Save The Children Italia con la collaborazione di Cristina Gasperin, Giulio Cederna e Diletta Pistono.

Un’occasione di crescita, discussione e scambio di idee offerta ai tanti giovani presenti al festival per capire quanto forte sia l’influenza della mafia sul mondo dell’infanzia e cosa si può fare per cambiare le cose. Ad accompagnare i volontari in questo viaggio alla scoperta del rapporto tra mafia e infanzia quattro immagini scelte tra alcune foto del fotografo Riccardo Venturi, quattro spunti per parlare di povertà, infiltrazioni mafiose, servizi sociali e morti per mafia.
I giovani volontari si sono improvvisati giornalisti e, partendo dalle immagini evocative, hanno approfondito i quattro temi trattati grazie al continuo supporto del giornalista Giulio Cederna, presente nella veste di responsabile Progetti per l’Italia di Save the Children.

La prima foto scelta dai giovani di Trame racconta il territorio della locride dove si registra il tasso più alto di scioglimento di comuni per infiltrazioni mafiose, una maggiore presenza di minori e il tasso più basso di servizi sociali offerti ai bambini. Tre mappe diverse che sovrapposte ritraggono un territorio tra i più difficili in Italia dove nascere e crescere.
Nella seconda foto è ritratto un giovane dell’Associazione “Figli in Famiglia Onlus” presente nel quartiere di San Giovanni a Teduccio a Napoli, una piccola oasi che nel deserto che caratterizza uno dei quartieri più difficili della città, offre un’occasione di riscatto per i giovani. Il tema affrontato è quello della povertà con dati statistici che ancora una volta vedono le regioni meridionali raggiungere un triste primato a discapito delle fasce più deboli, i minori.

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Terzo tema affrontato nel corso del laboratorio concerne i soldi investiti dallo Stato per i servizi sociali. «Dalla storia del federalismo è venuta fuori questa grande ingiustizia che vede i comuni italiani abbandonati a se stessi con conseguenze disastrose per quelle amministrazioni che si trovano in difficoltà economiche – ha commentato Cederna – se per i servizi sociali il comune di Trieste spende 300 euro all’anno per ciascun cittadino, a Vibo Valentia se ne spendono appena 8 euro, si tratta del peggiore dato italiano».
L’ultima foto affronta il delicato tema delle vittime innocenti della mafia: 86 bambini. La domanda dei volontari ai responsabili di Save The Children è se esiste un modo per difendere i bambini dalla violenza mafiosa. «Quello che fate qui a Trame rappresenta la prima arma di difesa. I ragazzi devono essere i protagonisti di questo movimento impegnato per cambiare la mentalità: devono informarsi, porre domande, capire e divulgare. Siete voi giovani ad avere il compito più importante» ha concluso il responsabile dell’organizzazione. Tutte queste immagini saranno materiale per la realizzazione del prossimo Atlante dell’infanzia (a rischio) di Save the Children.WhatsApp-Image-20160617 (2)

Cosa hanno a che fare, dunque, i supereroi e i superpoteri con la lotta alla mafia? Per Cristina Gasperin ciascuno di noi possiede un superpotere che ci permette di capire cosa si cela dietro le apparenze e ci spinge a credere di poter cambiare. “I supereroi esistono e sono fra di noi: magistrati, professori, genitori, giornalisti, artisti, amici e nonni, tutti accomunati dall’idea che un mondo migliore sia possibile”