La Banda della Magliana, alla fine degli anni Settanta, ha iniziato esattamente così. Piccole guerre di borgata tra criminali in erba per accaparrarsi, quartiere dopo quartiere, il controllo dei traffici illeciti nella Città Eterna. Omicidi, sequestri, ricatti, una scia infinita di sangue.

Scommesse clandestine, spaccio, traffico d’armi, riciclaggio. Poi gli affari d’oro: il denaro sporco investito nell’immobiliare. E il controllo assoluto sulla città. Un’escalation quella di Giuseppucci, De Pedis e Abbatino, i boss della più potente organizzazione criminale che abbia mai operato a Roma, che ha consentito loro di costruire un impero. Oggi la situazione a Roma sembra ricalcare esattamente quanto accaduto trent’anni fa. La storia si ripete. L’impero torna a essere appetibile e c’è una lotta di quartiere per l’egemonia dello spaccio di droga. Omicidi, gambizzazioni per far capire al rivale chi è il nuovo «re», sono la testimonianza di una nascente criminalità che spaventa. È dall’analisi degli ultimi fatti di cronaca che le forze dell’ordine hanno fiutato l’allarme. «Scongiurato», secondo il prefetto Giuseppe Pecoraro, «perché capito in tempo».

Il libro

Pagina tratta da “Il mondo di sotto. Cronache della Roma criminale”
Autore: Federica Angeli
Editore: Castelvecchi
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Le mafie di Roma, dai clan di Ostia ai Casamonica. Il racconto di una giornalista che rischia in prima persona per le sue inchieste. L’attenzione, a proposito di Mafia Capitale, si è finora concentrata quasi esclusivamente sul rapporto con la politica. Ma, oltre alla corruzione, a Roma esiste una grande criminalità organizzata, una piovra presente in tutti i quartieri, ramificata, radicata, ricca e potente. Lì si trova la radice del male che corrode Roma. È il mondo che racconta la giornalista investigativa Federica Angeli, basandosi sulle carte delle inchieste e sulle ricerche condotte sul campo nelle periferie romane. Ne esce un affresco inquietante e vivo, che sembra un film, e purtroppo è la realtà.

«Bisogna prima di tutto avere tanta passione per questo lavoro e non basta fare solo “informazione”. Bisogna scavare nella realtà, bisogna sapersi sporcare le mani, per capire veramente cosa si nasconde dentro un fatto, dentro una realtà, sotto a un tappeto»