Marco, nonostante il nome che si è dato, è cinese, suo padre fa da prestanome in un ingrosso di abbigliamento vicino al mio locale. Frequenta assiduamente il bar, spesso mi dà una mano. È affascinato dai calabresi, dalla loro fama criminale. Legge tutto ciò che parla di ’ndrangheta: riviste, quotidiani, libri.

Ha visto troppi film sulla mafia ed è convinto, come tanti, che quella calabrese sia l’organizzazione criminale più potente del mondo, che di fronte alla ’ndrangheta svaniscano mafie russe, triadi cinesi, yakuza giapponesi, cartelli messicani e colombiani. Marco mi è d’aiuto, mi fa compagnia, mi è anche simpatico. Ogni tanto gli presento qualche ’ndranghetista che frequentava il locale, lui non sta nella pelle e lavora di buona lena senza sognarsi di chiedermi uno stipendio che non potrei dargli.

Quando ha iniziato a farmi discorsi su strani traffici che aveva in ballo con certi suoi amici, nemmeno gli ho dato retta. Un ragazzino con troppa fantasia, mi sono detto.

IL LIBRO

Pagina tratta da “Il Saltozoppo”
Autore: Gioacchino Criaco
Editore: Feltrinelli
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Le piane dell’Allaro sono un giardino delle meraviglie, la terra è rossa e grassa, la grande azienda agricola dà impiego all’intero paese e le stagioni si inseguono tra le sfide a saltozoppo dei bambini, il lavoro dei padri e la festa del santo patrono. Crescono così, in quel “composto di razze diverse costrette a vivere in un fazzoletto di argilla”, Julien Dominici e i gemelli Agnese e Alberto Therrime. Crescono e si legano fra loro, come se fosse possibile per un Dominici e per una Therrime essere amici e poi amarsi. Solo i bambini possono crederlo, solo le donne.
I Therrime, che conquistarono l’Aspromonte al seguito degli Aragonesi, e i Dominici, che su quei monti videro nascere i propri avi, non sono destinati a condividere la terra. E infatti il passato ritorna puntuale con violenza, spazzando via con il suo vento nero famiglie intere, spingendo gli uomini a uccidersi in faide senza fine e le donne a fuggire al Nord con i figli.