La Calabria si conferma sul podio delle regioni italiane per il ciclo illegale dei rifiuti. Con 555 reati accertati, la Calabria è la terza regione italiana per numero di reati legati al ciclo dei rifiuti, con l’8% dei crimini commessi in Italia consumati alla punta dello Stivale.

Tra le Province, Reggio Calabria è la sesta per numero di reati, Vibo l’ottava, Cosenza la nona, Crotone la 24esima e Cosenza la 39esima. Questi alcuni dati del Rapporto Ecomafia 2015, anticipati questo pomeriggio nell’ambito della quinta edizione di Trame dal vicepresidente di Legambiente Stefano Ciavani, a pochi giorni dalla presentazione ufficiale del Rapporto in programma a Roma a fine giugno. Calabria, terra dove le ‘ndrine, come nelle altre regioni italiane, hanno scoperto le bonifiche dei territori come nuova frontiera dell’attività dell’ecomafie: terra delle “navi dei veleni”, dove le ‘ndrine hanno avuto un ruolo da protagonista nello smaltimento in mare dei rifiuti illeciti; terra dove i cumuli di rifiuti per le strade vengono ignorate dalle Tv e dai giornali nazionali.

Il numero due di Legambiente, intervistato dal giornalista Toni Mira, descrive così lo scenario ambientale calabrese, una regione che “continua ad avere grandi problemi nel ciclo di rifiuti” e criticità ambientali “che con grandi difficoltà vengono poste all’attenzione dell’opinione pubblica dalla stampa nazionale: solo un anno fa la situazione dei rifiuti in Calabria, con cumuli di tonnellate di rifiuti per le strade dei comuni calabresi, era simile a quella della Campania negli anni dell’emergenza, ma c’è stato disinteresse da parte degli organi di stampa nazionali”. rapporto-ecomafie-palazzo-Nicotera Sulla vicenda delle navi dei veleni, Ciavani ha parlato di “fiumara carsica, che in alcuni periodi scompare e in altri riemerge, senza mai arrivare alla verità. Le navi dei veleni rappresentano una di quelle vicende che rientrano nei misteri italiani, su cui le istituzioni devono dare delle risposte chiare.

 

Sappiamo, ad esempio, con certezza che la nave Jolly Rosso è approdata sulle coste calabresi, che la stiva è stata aperta ma, quando sono giunti gli organi inquirenti, era inspiegabilmente vuota. Come Legambiente, noi continuiamo a sollecitare la magistratura a fare chiarezza, sulla Jolly Rosso e sulle decine di navi cariche di rifiuti tossici inabissate nel Mediterraneo”. Soddisfazione dal presidente di Legambiente per l’approvazione della legge che identifica per la prima volta l’ “eco reato”: “fino a 20 giorni fa, la parola ambiente non esisteva nel codice penale e chi commetteva crimini contro l’ambiente per l’ordinamento era come un ladro di mele. Oggi esiste l’eco reato, la politica ha aperto gli occhi e mi auguro si prosegua in questa direzione, intensificando gli studi epidemiologici nelle zone con maggiori criticità ambientali e trovando le soluzioni migliori per la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini”.

ANTEPRIMA NAZIONALE DATI CALABRIA RAPPORTO ECOMAFIE 2015 DI LEGAMBIENTE IL VICEPRESIDENTE NAZIONALE DI LEGAMBIENTE STEFANO CIAFANI AL FESTIVAL “TRAME” DI LAMEZIA TERME.

Questi i dati forniti durante l’incontro tenuto presso il patio di Palazzo Nicotera a Lamezia Terme, nella terza giornata di Trame.5 Festival, dal vice presidente Stefano Ciafani, intervistato dal giornalista dell’Avvenire Toni Mira. Nel Ciclo illegale dei Rifiuti, la Calabria si conferma al 3° posto nella classifica nazionale con 555 infrazioni accertate (7,7% del totale), 578 persone denunciate, 1 arresto e 201 sequestri. Reggio Calabria è 6° nella classifica dei reati accertati, con 177 infrazioni (2,4% del totale nazionale), Vibo Valentia è 8° (140 reati), Cosenza 9° (134), Crotone 24ma (68), Catanzaro 39ma (36). Il prossimo 30 giugno a Roma, nel corso della presentazione ufficiale del Rapporto Ecomafie 2015, verranno forniti anche i dati della Calabria, nelle classifiche relative all’illegalità ambientale, il ciclo illegale del cemento, il racket degli animali, l’archeomafia e incendi.