Con grazia mozartiana e forza interiore, dal maggio al luglio 2015, Roberto Andò ha diretto Le confessioni tra la
Germania e l’Italia. A montaggio ultimato, il regista di titoli come Il manoscritto del principe, Sotto falso nome, Viaggio segreto e Viva la libertà rivede la sua creatura e riconosce con soddisfazione che “questo era il film che volevo fare. Sento di aver corrisposto a quello che mi interessa oggi nel cinema: la possibilità di creare una tensione, o un ponte, tra l’immaginazione e la realtà”.

Come è nata l’idea?
“Le idee nascono sempre in modo imprevedibile, ma, a conti fatti, i film sono sempre il precipitato di un preciso
tragitto di vita in cui vanno a mescolarsi i fatti più disparati: letture, interpretazioni, suggestioni, incontri, sogni,
angosce e, ovviamente, anche speranze.
In questo caso, tutto nasce dalla figura del monaco Roberto Salus, interpretato da Toni Servillo. Le confessioni è venuto fuori dopo che ho potuto ascoltarne la voce, riconoscerne il passo. In un certo senso, il film è il paesaggio
che ne è derivato. Il monaco si è imposto come un personaggio che si sottraeva a una dimensione meramente
psicologica, a una biografia chiara, ai nessi di causa ed effetto, lasciando spazio a qualcosa che proviene da non
so dove.

Il libro

Pagina tratta da “Le confessioni”
Autore: Roberto Andò
Editore: Skira
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Il monaco Roberto Salus è invitato a un summit di ministri dell’Economia del G8. L’insolita scelta si deve al potente Daniel Roché, direttore del Fondo Monetario Internazionale, che in una notte drammatica gli chiede di essere confessato. Il destino di Roché e la figura di Salus si intrecciano nel segno del mistero, alla vigilia di una decisione gravida di conseguenze per le popolazioni più povere del pianeta. Con un cast di star internazionali (Toni Servillo, Daniel Auteuil, Connie Nielsen, Pierfrancesco Favino, Lambert Wilson), il film “veicola lo spettatore in un mondo ombroso, che vive nel segreto e che dal segreto della confessione viene minacciato”.