Le vicende di mafia capitale tra fatti, atti giudiziari, interpretazioni e racconto di una storia a tratti reale, a tratti immaginata, a tratti con risolti che superano ogni scenario immaginabile. L’inchiesta che ha stravolto la vita politica e sociale della Capitale d’Italia raccontata in due libri, “Mafia Capitale” scritto da Gaetano Savatteri e Francesco Grignetti (Melampo Editore) e “Suburra” scritto da Carlo Bonini e Gianarcarlo De Cataldo (Einaudi).

Due generi letterari, un romanzo e un saggio; due linguaggi diverse per raccontare una vicenda che mette in luce gli aspetti più perversi di un ‘Italia dove il potere, il denaro, l’affermazione degli interessi privati scardinano ogni criterio di legalità e di buon senso. Ma dove si ferma la fantasia e inizia la realtà? E’ su questa domanda che si è incentrata la conversazione tra il giornalista Gaetano Savatteri e il magistrato Giancarlo De Cataldo, intervistati da Serena Uccello de “Il Sole 24 ore” nella terza serata di Trame5. Esce nel 2013 il romanzo scritto a quattro mani da Bonini e De Cataldo, che anticipa molti dei risvolti di Mafia Capitale, con tanti particolari che sarebbero poi emersi dalle carte dei magistrati e dalle intercettazioni a fine 2014.

Giancarlo de Cataldo (foto di Mario Spada)

Giancarlo de Cataldo (foto di Mario Spada)

Per l’autore di “Romanzo Criminale”, “raccontare il male non istiga le persone a commetterlo, ma offre una chiave di lettura e stimola i lettori a riflettere sulla realtà. Il narratore può prendersi maggiore libertà, dare maggiore spazio all’interpretazione dei fatti rispetto ai fatti nudi e crudi e spingersi con la fantasia laddove “le carte” dell’inchiesta non consentono di spingersi”. Di taglio diverso il lavoro di Savatteri e Grignetti, che raccoglie le carte dell’inchiesta romana cercando di divulgare in un linguaggio meno tecnico e più accessibile a un pubblico eterogeneo. Pagine, quelle di Savatteri e Grignetti, che ricostruiscono i meccanismi deviati del potere capitolino, le trame tessute da Massimo Carminati, “Re di Roma”, crocevia di una fittissima rete di relazioni tra il mondo dei colletti bianchi e il mondo dei criminali di strada.