Pio La Torre: la sua eredità, le sue lotte, la sua umanità; protagonista di uno spazio per la seconda giornata di Trame 5, un appuntamento che ha proposto la testimonianza del figlio del sindacalista siciliano, Franco La Torre, storico ed esperto di cooperazione internazionale, ha lavorato a lungo in Medio Oriente, Mediterraneo e Africa, membro del comitato scientifico dell’osservatorio sulla legalità della Fillea-Cgil e responsabile di Libera Europa.

Supporto concreto della memoria dedicata a La Torre, un libro edito da Melampo: Sulle ginocchia. Pio La Torre una storia, scritto dal figlio, sul quale insieme all’autore ha chiacchierato la giornalista Raffaella Calandra, inviata di Radio24 e de IlSole24ore, da febbraio 2012 vicedirettore della scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. In quest’opera Franco racconta il padre e la figura di un uomo che inevitabilmente si lega alla storia della lotta alla criminalità organizzata, ricordando ovviamente la legge Rognoni- La Torre, che introduceva il reato di associazione mafiosa, approvata solo dopo l’omicidio del politico avvenuto il 30 aprile del 1982 ma che di fatto faceva della mafia un problema concreto contro il quale finalmente si poteva opporre uno strumento altrettanto concreto, di La Torre è proposto nel testo anche tutto il percorso politico e le tante battaglie che Pio intraprese prima della sua uccisione, nonché gli scritti dal 1946 al 1982.

Franco La Torre sul palco di Trame (foto Mario Spada)

Franco La Torre sul palco di Trame (foto Mario Spada)

Hanno poi trovato spazio nella lunga conversazione, apprezzata dai tanti che hanno riempito la Piazzetta San Domenico, anche alcune riflessioni, per esempio sulla scarsa attenzione che si è riservato alla memoria e soprattutto all’eredità politica di Pio La Torre, quasi a farlo divenire un martire dimenticato, una distrazione colpevole che ha privato di spunti importanti di crescita, non è mancata inoltre una critica ad una politica che spesso limita il suo agire alla sola commemorazione.