Sul palco di Trame Alfonso Sabella e Massimo Lugli si confrontano su Roma, la Capitale, la città corrotta, infetta, come la definisce Sabella nel suo libro Capitale infetta. Si può liberare Roma da mafie e corruzione?. Un diario di viaggio, che racchiude i ricordi dell’allora Assessore alla legalità del Comune di Roma, oggi designato capo di gabinetto da Roberto Giachetti in caso di vittoria, descrivendo una città in continua lotta: da un lato la malavita che tratta alla pari e spesso controlla la politica e la burocrazia, dall’altra, le difficoltà dei rappresentanti dell’amministrazione nello svolgere il proprio dovere.

Con lui, ad animare la discussione, Massimo Lugli, scrittore e noto giornalista romano di cronaca nera che porta in anteprima a Trame il suo libro Nel mondo di mezzo. Il romanzo di mafia capitale. Un giallo che, come racconta l’autore, nasce come romanzo sull’usura ma diventa tale a causa dello scoppio delle indagini su Mafia Capitale. Il protagonista, Marco Corvino, è l’alter ego dello stesso autore e come lui quindi è un giornalista di cronaca nera della “vecchia scuola” che si ritrova a dipanare una matassa di fatti ed eventi che ruotano attorno alla criminalità che ormai da anni tiene sotto scacco la Città Eterna.

Dure le parole di Lugli sull’attuale situazione della sua città: «Non ho mai visto Roma fare schifo così tanto come in questi ultimi anni – e aggiunge – Mafia Capitale è nata dall’incapacità dello Stato di organizzarsi, la classe politica nasce ormai corrotta», consolidando il suo racconto di una città nelle mani di usurai, politici corrotti e affari illeciti.

Alfonso Sabella, Massimo Lugli

Alfonso Sabella, Massimo Lugli

Ma la colpa di chi è? Forse di una classe politica incapace o forse di una cittadinanza che si è arresa, permettendo qualunque cosa. Ciò che per Sabella è certo, è che la Capitale è completamente devastata da una macchina amministrativa totalmente fuori controllo. Il titolo del suo libro nasce infatti da un vecchio articolo del 1955 “Capitale corrotta = Nazione infetta”, per sottolineare come il “caso Roma” sia di interesse nazionale e non solo un problema dei romani in quanto tali. Roma è il cuore d’Italia, dove sono raccolti i vari Ministeri, dove vivono circa tre milioni di cittadini e dove ogni giorno lavorano, studiano o comunque transitano migliaia di persone.

La corruzione e la mafia non hanno bandiera politica ma banchettano con l’inadeguatezza della classe dirigente e della logica del “ad culum parandum”: se posso non faccio. Ma se proprio devo, faccio in modo di salvarmi “la poltrona”.

l’incontro