Il Mezzogiorno possiede un ricco patrimonio culturale e paesaggistico che potrebbe diventare un fattore di sviluppo. Ma con la cultura si può mangiare? Hanno tentato di dare una risposta a questa domanda durante la quarta giornata di Trame.8, Festival dei libri sulle mafie, il direttore del Museo Archeologico di Reggio Calabria Carmelo Malacrino, il direttore del Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento Giuseppe Parello e il fondatore e direttore della Farm Cultural Park di Favara Andrea Bartoli, intervistati dal giornalista di Gr Rai Francesco D’Ayala.

Anche se quando ci sono da fare dei tagli nel nostro Paese, la prima a rimetterci è la cultura, i direttori intervenuti al focus “Con la cultura non si mangia”, hanno spiegato che nonostante le difficoltà una soluzione alla valorizzazione del patrimonio culturale è possibile.

La Valle dei Templi è il primo luogo della cultura italiano che gode di autonomia gestionale e finanziaria. Tra le fonti di sostentamento del parco ci sono la vendita dei biglietti e la concessione degli spazi: ne è un esempio il Google Camp, meeting dei quadri della multinazionale che si è tenuto nel parco per due edizioni.

Il Museo Archeologico di Reggio Calabria, invece, è rinato dall’apertura del 30 aprile 2016. Nel 2017 ha registrato 215 mila ingressi, dato positivo in una regione come la Calabria che occupa gli ultimi posti di fruizione museale a livello nazionale. Il museo, percorrendo la storia dell’intera regione, punta a riconquistare il legame con il territorio e a essere il Museo della Calabria. Molte le collaborazioni con altri enti culturali anche siciliani, perché “lo Stretto deve unire e non dividere”, commenta Malacrino. L’obiettivo per il futuro è creare una rete dei musei della Magna Grecia per trasmettere un’identità alle nuove generazioni. Inoltre, a Reggio l’Art Bonus, incentivo del Mibact, permette non solo di valorizzare il patrimonio ma potrebbe creare nuove opportunità lavorative per i laureati del settore.

Farm Cultural Park è invece “un centro culturale indipendente nato per ridare un futuro a Favara (Ag), città senza passato e presente. – ha dichiarato Bartoli, che continua: “Quando la politica non aiuta la cultura e lo sviluppo i cittadini devono diventare attori e sognare una realtà differente: riflettere, unirsi, mettersi in discussione e attivarsi. Mai arrendersi”.