La complessità delle indagini di mafia. I retroscena. Le cose che si possono dire e quelle che non si possono dire. Il racconto di quei giorni drammatici del 1992 attraverso la penna di due cronisti che hanno vissuta sulla propria pelle quelle ore, ore che hanno cambiato per sempre la storia del nostro Paese. Questi gli argomenti affrontati al Liceo Scientifico “Galileo Galilei” dal giornalista Gaetano Savatteri, nell’ambito delle “Interviste con le storie” del progetto #Trameoff promosso dalla Fondazione Trame in collaborazione con l’Associazione Antiracket Lamezia Onlus.

Durante l’incontro, moderato dalla giornalista Claudia Strangis, gli studenti hanno posto numerose domande sul libro scritto a quattro mani con il giornalista Giovanni Bianconi “L’ attentatuni. Storia di sbirri e di mafiosi”, entrando nel vivo delle indagini che segnarono quegli anni della guerra innescata da Cosa Nostra contro lo Stato.

Savatetteri, rispondendo alle domande, ha parlato anche del ruolo fondamentale del giornalismo, delle minacce a cui sono sottoposti quei cronisti che indagano e portano alla luce ciò che altri vorrebbero occultare. “I cronisti di provincia – ha detto Savatteri – sono più esposti di tutti gli altri. Spesso non hanno grandi realtà editoriali alle spalle e si trovano a dover scrivere di persone che poi incontrano ogni giorno. Abbiamo il dovere di stare vicini ai tanti giornalisti oggetto di intimidazioni nelle terre di frontiera solo perché svolgono correttamente il loro lavoro, perché vanno alla ricerca della verità e la raccontano”.