“Per vincere le elezioni oggi devi dimostrare di fare arrivare meno migranti. Si parli meno di numeri. Sono esseri umani. Si gioca sulla pelle di queste persone mentre quello che accade in Libia è allucinante. Neanche a Norimberga accade quello che abbiamo raccontato nel nostro libro. Vengono portati in campi gestiti da bande di criminali libici dove avviene di tutto”, così il giornalista Francesco Viviano intervenuto alla prima giornata di Trame.8, parlando del libro scritto insieme alla giornalista Alessandra Ziniti “Non lasciamoli soli. Voci dall’inferno della Libia. Quello che l’Italia e l’Europa non vogliono ammettere” (Chiarelettere)

Nella Giornata mondiale del rifugiato, il tema delle migrazioni trova spazio anche tra i dibattiti del Festival, nell’incontro moderato dalla giornalista Giulia Veltri. Dal cronista di “Repubblica”, uno spaccato sulla reale condizione della Libia, che Viviano definisce “un vero inferno. Sono milioni le persone che lasciano le loro case per raggiungere i punti di partenza dalla Libia verso l’Italia.  Nel libro abbiamo raccontato storie atroci, ma abbiamo raccolto anche immagini di gioia, come i ricongiungimenti familiari dopo i naufragi”. Parla di incapacità politica nell’affrontare il fenomeno delle migrazioni, il responsabile advocacy di Medici Senza Frontiere Marco Bertotto per il quale “nel nostro Paese è cambiato il clima. Come Ong siamo passate da essere considerate angeli che salvano vite ad essere visti da qualcuno come vicescafisti – ha commentato Bertotto sulla criticità attuale riguardante le Organizzazioni Non Governative – questo Paese è passato da un momento di grande generosità come Mare Nostrum alla logica dei “fatti loro”.

Per Viviano e Bertotto “chi richiama facili soluzioni, non ha compreso la portata del fenomeno. Per iniziare ad affrontarlo in maniera costruttiva bisognerebbe iniziare a fare un serio cambio di prospettiva, lontane dalle politiche di approccio di filo spinato, lesive di ogni diritto”.