L’economia, come la società, è fatta di vittime e di carnefici. Le prime si aiutano, le seconde si combattono. È questo il fulcro centrale di “Tutto quello che sto per dirvi è falso”, messo in scena da Tiziana Di Masi a Trame.6, nella cornice di Palazzo Nicotera.

Confcommercio ha puntato alla realizzazione di questo spettacolo teatrale “civile” e ha vinto, svelando i retroscena della contraffazione nei settori più disparati – dalla moda all’agroalimentare per citare quelli più cari a noi italiani – che si incanala nel più complesso business mafioso.

La bravissima Tiziana di Masi fa sì che il pubblico diventi parte integrante dello show, alternando sketch, quiz, riflessioni e argomentazioni di chi la contraffazione la subisce ogni giorno, diventandone vittima e talvolta spettatore impotente perché spesso inconsapevole.

Tra le tante guerre che ci affliggono ogni giorno, questo dramma non trova il suo giusto spazio, non viene percepito come pericoloso. E così la mafia vi si insinua e ne trae profitto, a discapito dell’economia, del lavoro e della salute, con un giro di affari stimato intorno ai 6,9 miliardi di euro.

Lo spettacolo, nato da un’inchiesta del giornalista Andrea Guolo, lascia nella mente di chi lo guarda interrogativi e spunti, per diventare consumatori consapevoli, attenti, responsabili, per non lasciarsi sopraffare dalla tentazione di avere un capo firmato sottocosto e contraffatto (seppur ben contraffatto).

Comprare un prodotto falso è illegale, si diventa complici del malaffare, di quegli sporchi patti tra clan della camorra e pseudo-imprenditori, asiatici e non solo.

Al danno economico e sociale  si aggiunge talvolta anche quello per la salute. uno una delle scene di  tutto quello che sto per dirvi è falso porta in tavola l´olio, prodotto principe della dieta mediterranea ma sempre più spesso contraffatto.

Scene da uno spettacolo che ha il sapore dell´identità e che sovverte le parti veicolando la bontà “perché l’olio prodotto nelle nostre terre e con la nostra fatica avrà un gusto migliore, più legale, più giusto”.

Obiettivo del progetto, realizzato con il contributo – tra gli altri- della Commissione Europea, del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e di Indicam (Istituto Nazionale Anticontraffazione), è promuovere la legalità, partendo dalla dignità degli stessi italiani, valorizzando e non svilendo quel Made in italy che il mondo ci invidia. La repressione c’è, ma non può bastare perché sono i consumatori, i primi ad aver rinunciato a distinguere il vero dal falso.

l´incontro