La forza delle parole e delle azioni contro le mafie può scuotere le coscienze dei calabresi. Un terremoto culturale capace di far crollare il muro di omertà è quello che vogliamo provocare con «Trame». In questa terra di Calabria martoriata da criminali senza scrupoli che si alimentano anche della paura della gente. E della collusione di amministratori e professionisti infedeli e avidi del denaro sporco.

Gli autori e i giornalisti che abbiamo scelto di far intervenire a Trame sono tra i pochi rimasti in questo Paese a svolgere un importante ruolo di supplenza civile e di vigilanza democratica. Supplenza civile nel ricostruire con meticolosa pazienza la memoria di fatti storici oscurati o distorti dalla tv di Stato, dalla televisione commerciale o dagli apparati culturali di regime.Vigilanza democratica nei confronti di un potere ogni giorno più arrogante che alimenta la pratica dell’omertà di massa.

Il generale Videla, sanguinario dittatore argentino, ripeteva spesso: «la memoria è sovversiva».
Aveva ragione.
La memoria è come un indice puntato contro i crimini del potere che ha necessità di riverginarsi cancellando dalla memoria collettiva i fatti storici.

Gli autori di molti libri possono dunque definirsi dei sovversivi. E dunque anch’io, con il lavoro che faccio producendo inchieste giornalistiche, solleticando i ricordi di tutti, posso essere definito un sovversivo. Perché ricostruisco la memoria storica di misfatti che riguardano i mafiosi e i loro eccellenti protettori politici senza i quali questo Paese si sarebbe liberato della mafia da più di un secolo. I protagonisti di Trame svolgono dunque un ruolo di supplenza civile.

E per questo li sosteniamo.

Ritengo che un libro in cui si narrano le vicende criminali non dovrebbe assumere il respiro di una grande storia. Nelle democrazie mature la criminalità non fa storia. È un capitolo marginale specialistico ad appannaggio di criminologi, penalisti, di qualche appassionato della materia. In Italia, però, leggendo questi libri si ha una significativa conferma: la storia nazionale è inestricabilmente intrecciata con la criminalità delle sue classi dirigenti.

I libri sulle mafie possono servire a ricostruire tutto questo. Ad attivare la memoria e dare forza alle coscienze pulite. Ma anche a formarne di nuove, capaci di ribellarsi all’ingiustizia e alle sopraffazioni.

Lirio Abbate