Per quali ragioni un povero prete, protettore d’infanzia sfortunata, fu giudicato dai boss di Cosa Nostra un fastidioso intralcio, un pericoloso avversario del quale liberarsi alla svelta?

A testa alta. Don Giuseppe Puglisi: storia di un eroe solitario di Bianca Stancanelli (Einaudi)

«Questa è la storia di Giuseppe Puglisi, prete-coraggio in terra di Sicilia. Fu eliminato nel 1993 perché, sottraendo i bambini alla strada, li sottraeva al reclutamento della mafia che nel rione Brancaccio, alle porte di Palermo, ha da tempo
immemorabile creato un vivaio di manovalanza criminale.
Un caso di inquietante solitudine. La solitudine dell’uomo di fede, impavido fino al sacrificio di sé. Una solitudine che Bianca Stancanelli racconta con appassionata meticolosità e rara efficacia letteraria nella convinzione – vedi la citazione di Borges in apertura di libro – che talvolta, a illuminare il buio della nostra generale codardia, basta l’esempio di un solo hombre valiente. È un modo per avvertire il lettore che quella che si accinge a leggere è la biografia di un piccolo prete dal grande cuore, un eroe vero tra tanti eroi di cartapesta, deciso a dare un’anima a un quartiere che un’anima non l’ha mai avuta, un quartiere abbandonato dallo Stato e posseduto dal diavolo, dove è già un atto di sfida camminare a testa alta».

Ermanno Rea

Bianca Stancanelli è nata a Messina. Giornalista, ha esordito nel quotidiano «L’Ora» di Palermo, occupandosi soprattutto di mafia e politica. Dal 1987 vive a Roma, dove è inviato speciale per il settimanale «Panorama». Ha pubblicato, con l’editore Marsilio, oltre a due volumi di racconti Cruderie (1996) e Morte di un servo (2000), Quindici innocenti terroristi (2006) e La vergogna e la fortuna (2011). Con A testa alta ha vinto l’Aquila d’oro al Premio Estense 2003.