Nell’isoletta di Skiathos accadde una cosa inverosimile. Falcone venne chiamato dal direttore dell’albergo, che con fare imbarazzato gli mostrò la prima pagina di un giornale greco dove campeggiava una sua enorme fotografia con un titolo a caratteri cubitali: «La mafia ha messo una taglia da cento milioni di lire sulla testa di Falcone».

VISTI DA VICINO. Falcone e Borsellino gli uomini e gli eroi di Alessandra Ziniti, Francesco Viviano (Aliberti Editore)

Il direttore gli chiese se quell’uomo fosse lui o un sosia. Falcone, sorridendo e facendo spallucce, disse che era lui.  Poi fece un gesto come per dire: «E che possiamo fare?» La sera, a tavola, un cameriere rivolto a Falcone gli disse: «Italiano? Mafioso». E lui: «Ma ti rendi conto, mafioso proprio a me!»

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino visti da vicino, raccontati da chi, per anni, ancor prima che diventassero i magistrati antimafia che tutti conosciamo, ha vissuto al loro fianco momenti indimenticabili. Colleghi, investigatori e collaboratori ma anche amici veri, che – diversamente da quanto fatto da chi in questi vent’anni si è vantato della loro amicizia – fino ad ora non avevano mai raccontato nulla di quel rapporto così intimo che hanno conservato nei loro cuori.
Ed ecco, dunque, Giovanni Falcone con la sua mania per le collezioni di papere e penne stilografiche, con le sue battute di ironia demenziale, con la guerra delle molliche a tavola, ma anche con i suoi amori tormentati e le sue lacrime davanti ai drammi di alcuni dei collaboratori di giustizia che avevano deciso di parlare con lui.
Ed ecco Paolo Borsellino, uomo all’antica, dall’umanità travolgente, rilassarsi con la sua piccola barca di vetroresina o a cavallo di una bicicletta, a pesca grossa durante il soggiorno da “recluso” all’Asinara o “in fuga” dalla scorta per una passeggiata notturna a Mondello con l’amico più stretto. È il racconto del volto inedito di due uomini chebouncy castle, sotto l’immenso peso dell’ansia e delle responsabilità della missione che li ha portati insieme fino alla morte, sapevano anche sorridere e divertirsi. Ed è il racconto di una grande amicizia fra due uomini diversi eppure uguali: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.