“La mafia mi ucciderà quando altri lo consentiranno”: al centro del dibattito di ieri sera a palazzo Nicotera è stato il libro della giornalista Antonella Mascali, Le ultime parole di Falcone e Borsellino, libro discusso dall’autrice insieme a Stefania Pellegrini, docente dell’Università di Bologna e al magistrato Luigi Maffia, che hanno evidenziato la condizione di solitudine in cui Falcone e Borsellino sono stati abbandonati fino al momento della loro morte.

“Protagonista del libro è la solitudine mista all’accanimento – ha commentato la Pellegrini – una solitudine politica, giudiziaria e da parte della società civile. E una mafia che colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è in grado di proteggere”. Una solitudine ancora fortemente attuale, in un momento in cui si parla di trattativa Stato-mafia e si fanno tentativi di delegittimazione di magistrati che indagano sulle stragi degli anni ’92 e ’93, tacciati come giustizialisti e politicizzati. “La storia si ripete e noi non vogliamo altri eroi – ha affermato la Mascali – e questo libro è mosso dalla volontà sia di dimostrare quanta ipocrisia ci sia stata e ci sia dietro ai nostri gesti rituali, sia da quella di smascherare la retorica attorno a Falcone e Borsellino attraverso fatti incontrovertibili, affinché la parola eroe non venga più usata come alibi”.