La giornata di giovedì di Trame è stata caratterizzata dai rapporti tra Stato e mafie. Leggiamo in questi giorni su tutti i giornali della  trattativa tra Stato e mafia che è seguita alle stragi del 1992-1993. “Fare alleanze nell’ombra con organi dello Stato è la grande risorsa delle mafie è ed è a quanto pare ineliminabile”. 

Ha così esordito Piergiorgio Morosini nella presentazione del suo libro Attentato alla Giustizia, un’analisi storica, dall’Unità d’Italia a oggi, sul forte rapporto che lega le mafie con parti degli organi dello Stato e sull’impunità, che accresce il potere e  ridicolizza le Istituzioni. Una responsabilità che, oltre ad essere penale, dall’istituzione del reato di concorso esterno  in associazione mafiosa, è soprattutto, per alcune categorie tra  cui i magistrati,  morale. La credibilità delle istituzioni passa anche attraverso il fatto di evitare comportamenti magari non penalmente perseguibili, ma che offuscano l’immagine dello Stato: una sorta di “obbligo di cautela”.  Quello stesso principio non assunto  anche dalla classe giornalistica – come evidenziato da Paolo Pollichieni durante la presentazione del suo libro Casta Calabra –  colpevole di non aver denunciato a sufficienza le responsabilità della classe politica calabrese, che ha aggiunto “La situazione è molto più grave del semplice “Io so” di Pasolini, perché lui non aveva le prove, mentre noi le abbiamo. Io non mi domando più se vinceremo questa partita – conclude il direttore -, ma la voglio comunque giocare, perché come uomo mi sento in dovere di disputarla”. Concetto ripreso anche durante l’incontro con Francesco Forgione  che ha supplicato la società civile calabrese di rompere i sistemi di equilibri che garantiscono forza e vitalità alla ‘ndrangheta. Un ottimismo che peò non appartiene a John Follain che dice “oggi c’è molta meno mobilitazione rispetto al ’92 e non vedo nessuna ragione per pensare che la mafia sarà sconfitta durante la nostra generazione o la successiva. Il rapporto tra mafia e politica non è cambiato, anzi, vista l’assenza di stragi è diventato più accettabile”.