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Luca Scornaienchi ha presentato il fumetto dedicato a Peppino Impastato

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di Luca Martinelli

Luca Scornaienchi, artista, sceneggiatore e agitatore culturale, nonché direttore del Museo del Fumetto di Cosenza, ha presentato a Trame.11 il fumetto “Western a Mafiopoli” dedicato alla figura di Peppino Impastato. I disegni sono di Luca Ralli, uno dei più importanti disegnatori d’Italia. 
Il libro è stato scritto durante il primo lockdown e ha funto da aggrappo alla normalità per lo sceneggiatore e il disegnatore, i quali si sono trovati in perfetta sintonia e hanno dato vita ad un fumetto che anziché lasciare un messaggio di angoscia ai lettori, evidenzia il lato più umano di Impastato: tutto ciò fa insorgere un senso di positività e voglia di continuare a combattere. 
La principale difficoltà di cui parla Scornaienchi consiste nel restituire un ricordo ai familiari che non si discosti da quello già presente nelle loro memorie. Altra sfida è stata non ricorrere a ripetizioni di un fumetto già esistente sul tema e del film “I cento passi”, che ha emozionato Luca quando era solo un ragazzo, oltre al non realizzare un mero copia e incolla della biografia, ma rendendo possibile l’identificazione con il protagonista. Peppino nel fumetto appare simile a noi, all’avanguardia rispetto al contesto sociale e politico della Sicilia degli anni ’70.  Viene evidenziato il pensiero di Impastato, il quale è convinto che per sconfiggere la mafia e per denunciare i rapporti tra questa e il potere occorra l’ironia: è qui che emerge la figura di Peppino Impastato non solo come giornalista, ma anche il suo ruolo di pungolatore del potere con l’uso della satira. Tutto ciò è reso più difficile dai rapporti famigliari: il padre di Peppino è infatti un amico del boss locale. Nonostante ciò, la battaglia di Impastato va avanti: nel suo programma “Onda Pazza” su Radio Aut, da lui stesso creata, caratterizza Gaetano Badalamenti, il più importante boss di Cinisi, come “Tano Seduto”. È risaputo che anche i bambini ridessero di questa “invenzione” di Impastato. Fu forse anche per questa messa in ridicolo del codice d’onore mafioso, oltre che per le denunce di affari non propriamente puliti, che Peppino Impastato venne “suicidato” dalla mafia.
Nel fumetto, tuttavia, non viene rappresentata la morte di Impastato, per la quale la madre Felicia e gli amici non smisero mai di lottare. È proprio con essi che si avvia verso la conclusione la narrazione della storia- ma non il fumetto-, con un’interminabile passeggiata nella quale un amico di Impastato prende per mano la madre dicendo: “La strada è ancora lunga”. 
Stilisticamente, viene rappresentato il pensiero e l’attività creativa dell’attivista siciliano attraverso l’uso del colore, mentre la cronaca è rappresentata da un uso totale del bianco e nero. 
Il fumetto si conclude definitivamente con un dialogo immaginato tra lo stesso Impastato, lo sceneggiatore e il disegnatore del fumetto.

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