Si respira aria nuova a Lamezia Terme. Trame, la prima edizione del Festival dei libri sulla mafia inizia nel secondo giorno di un’estate che si preannuncia bollente. La cerimonia di apertura si è svolta questa mattina a Palazzo Nicotera, nel centro della città, a pochi passi dalle altre due location nelle quali si terranno gli incontri dell’evento. Presenti alla cerimonia alcuni dei massimi vertici istituzionali, tra cui il Prefetto di Catanzaro Antonio Reppucci.

In una sala gremita di gente, apre la conferenza Tano Grasso, Assessore alla cultura di Lamezia Terme e ideatore del Festival.

“Un’iniziativa - dice Grasso - unica in Italia, resa possibile grazie all’impegno di professionisti seri e concreti”.

Non mancano i ringraziamenti a tutti coloro i quali hanno contribuito largamente all’organizzazione che – continua l’assessore – “è avvenuta in tempi strettissimi, in condizioni non sempre semplici, e soprattutto in forma di assoluto volontariato”. Un Festival che nasce in primo luogo come “operazione politica” tesa ad alzare la qualità del contrasto alla criminalità organizzata attraverso l’utilizzo delle due armi più incisive e particolarmente temute dalle mafie: la cultura e la parola.

Seguono gli interventi di Armando Caputo, Presidente dell’Antiracket di Lamezia Terme, Marco Polillo, Presidente dell’Associazione Italiana Editori e Maria Teresa Morano, neo eletta Presidente della Federazione delle associazioni antiracket italiane che ha sottolineato l’obiettivo di raggiungere una “consapevolezza sociale del problema mafioso” e l’importanza di “parlare di mafia a Lamezia Terme”.

La parola passa quindi a Lirio Abbate, giornalista e direttore dell’evento, minacciato per il suo lavoro dalla mafia e sotto scorta dal 2007. “Questo Festival può essere un primo passo a supporto di una vera e propria rivoluzione culturale, è fondamentale infatti che il lavoro della magistratura sia supportato dalla forte presa di coscienza e ribellione della società civile”.

Il Sindaco Gianni Speranza chiude l’incontro dicendosi soddisfatto di vedere la città diventare simbolo dell’antimafia calabrese: “L’intenzione – dice il primo cittadino – è quella di portare avanti l’iniziativa proponendo annualmente nuovi incontri, in modo che questo lavoro possa realmente concretizzarsi in un cambiamento per la città e i calabresi tutti”. Soddisfatto dell’arrivo in città di tantissimi libri che saranno tenuti nella biblioteca e nelle scuole, il sindaco evidenzia l’importanza dell’evento soprattutto per i ragazzi lametini che considera forti e pieni di entusiasmo. L’intervento si chiude con una triplice dedica: “Vorrei pensare in questi giorni a Don Tonino Vattiata, vittima di una recente intimidazione da parte della ‘ndrangheta; ai ragazzi della Cooperativa Valle del Marro e ai giovani cronisti calabresi, spesso precari, sottopagati e minacciati”.

Con l’augurio di un reale cambiamento si conclude la cerimonia e si dà il via a cinque giorni di conferenze alle quali parteciperanno alcuni tra i maggiori esperti di mafie a livello internazionale, tra magistrati, giornalisti e studiosi. Il primo appuntamento è per oggi pomeriggio alle 17:00 a Palazzo Nicotera. Il tema sul quale ci si concentrerà è quello dell’informazione calabrese troppo spesso soffocata e resa difficile dai soprusi dei “potenti”.

g.g. e d.c.