Monica Zapelli (foto Mario Spada)

Al via oggi il workshop Trame di Cinema, Le ragioni di bene. Il racconto del male. Il seminario di sceneggiatura si si terrà da oggi a domenica ed è curato da Monica Zapelli, autrice di numerose serie tv e film tra cui “I cento passi” insieme a Marco Tullio Giordana e Claudio Fava.

TRAME DI CINEMA è un’opportunità per entrare nel mondo del cinema e della scrittura per il grande e il piccolo schermo. La sceneggiatrice, prima dell’inizio del workshop, ha incontrato Trame per parlare delle possibilità dei giovani di entrare nel mondo del cinema e il racconto del sud sul
grande schermo.

Un giovane del sud che voglia entrare nel mondo del cinema che possibilità ha ? A quali difficoltà va incontro?

In questo ambito non dividerei più nord e sud, unificherei invece l’Italia. Anzi, potrei dire provocatoriamente che un ragazzo del sud ha un mondo da raccontare che ti offre più cose e più spunti narrativi  che un ragazzo del nord. Le difficoltà e la crisi hanno rotto le barriere tra nord e sud così come tra professionisti e non. Ovviamente, se uno ha un mondo da raccontare deve trovare una strada per farlo. La strada è in salita ma con l’entusiasmo ce la puoi fare. In realtà, entrare nel cinema è più semplice di quanto si possa immaginare poichè nel mondo del cinema essendo un mondo con una fluidità di rapporti maggiore e sicuramente meno ingessato di altre categorie ci si può accedere a diversi livelli anche portando i caffè sul set. In Italia produciamo poco e paghiamo una serie di errori nello sviluppo del settore ma se uno ha un talento e la forza di
ostinazione e umiltà uno spazio lo trova.

C’è differenza nella trattazione delle mafie da parte di registi del nord e del sud?

Ormai le mafie così come il racconto dell’Italia crimale vanno oltre i confini geografici, di chi l’ha vissuto sulla propria pelle o no. Io ad esempio ho iniziato la mia carriera di sceneggiatrice con un film sulla mafia ma sono nata a Pavia e cresciuta a Milano. Devo ammettere, però, che sia io che il regista (ndr. Marco Tullio Giordana) non avremmo potuto scriverlo senza il contributo di Claudio Fava che quel mondo lo aveva respirato.  Ovviamente conta più la capacità individuale e la sensibilità narrativa che la provenienza geografica, ma paradossalmente una persona del sud che voglia raccontare il sud è autonomo mentre uno del nord può essere in grado di raccontarlo a livello trame narrative ma ha bisogno di  approcciare un linguaggio totalmente diverso, sicuramente più suggestivo e suggerito come è quello del sud.