Il movente dell’omicidio La Torre -“il più politico tra gli omicidi politici di quel 1982″ – fu “complesso ma oltre al mandante militare ci fu altro” hanno detto Vincenzo Vasile e Vito Lo Monaco durante la presentazione del libro “Pio La Torre”, svoltasi nel pomeriggio di ieri a Palazzo Panariti, in un incontro con il giornalista Franco Papitto. 

Se in una nota intervista il generale Dalla Chiesa identifica il movente dell’omicidio dell’esponente PCI ucciso in un agguato a Palermo il 30 aprile 1982 in “tutta la sua vita politica”, per i due autori è da ricercare anche nella relazione, non facile da comprendere e raccontare oggi, tra la contestazione per la base missilistica di Comiso e la lotta alla mafia. “La Torre – raccontano gli autori – appartiene ad un’altra stagione della storia italiana e della sinistra, una fase in cui vigeva la politica del ‘noi’ e non quella dell’ ‘io’. Lui e i suoi compagni sono combattenti politici e non antimafiosi che si imbattono nella mafia”. Quella stessa mafia che secondo Vito Lo Monaco rappresenta da sempre “il braccio armato illegale di una parte della classe dirigente del paese e del capitalismo finanziario e globalizzato che non è possibile ridurre alla criminalità estorsiva, rischiando di non cogliere mai il nesso mafia-politica”.