Numeri, storia, fatti di cronaca per raccontare perché il Sud “muore” nel libro scritto da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella “Se il Sud muore” presentato nella terza serata di Trame.4.

11 anni per costruire la Salerno-Reggio Calabria, il doppio di quelli impiegati per realizzare l’autostrada del sole. Per l’opera pubblica emblema dei ritardi dei ritardi del mezzogiorno, i lavori di ristrutturazione sono costati 5 volte i costi di realizzazione: il tutto iniziato nel 1990 ma non si sa quando finirà.

Dall’ autostrada simbolo di tutte le inefficienze all’Italiana, al porto di Gioia Tauro senza treni per il trasporto merci, passando per gli usi stravaganti dei finanziamenti europei: tante le chicche svelate dal giornalista intervistato da Gaetano Savatteri, presentando un lavoro che, più che denigrare il mezzogiorno, vuole svelarne le contraddizioni e puntare i riflettori sulle risorse da cui il Sud potrebbe ripartire.

“Mafia, inefficienza e burocrazia” le tre grandi zavorre del Sud, ma non solo del Sud. L’editorialista del Corriere denuncia l’espansione economica delle mafie al Nord “dove persiste un atteggiamento di negazionismo rispetto alla penetrazione delle cosche”. Rizzo evidenzia come “in un periodo di crisi economica e di mancanza di liquidità, le mafie sono le sole forze economiche a disporre di un fatturato stimato intorno a 150 miliardi di euro l’anno e vanno in quei territori dove i soldi generano altri soldi e dove molti imprenditori hanno convenienza nell’affidarsi alle cosche per entrare negli appalti”.

Fondi europei usati per “pagare le hostess di convegni contro le frodi a fondi europei”, corsi di formazione che servono per riempire solo le tasche dei formatori “creando un mondo orrendo di burocrati che alimentano le peggiori schifezze”. E poi la “mercificazione” dei voti, al Sud come al Nord, “in un paese che negli ultimi decenni ha visto allentare la sua tenuta morale e in alcuni quartieri delle grandi città bastano 50 euro per comprarsi un voto”

Chiamiamole stravaganze, chiamiamole illegalità vere e proprie, il libro di Rizzo e Stella “non è un libro contro il Sud ma un libro sull’Italia, scritto da due giornalisti che amano il Mezzogiorno e sono convinti che tutto il Paese non può crescere se una parte importante del suo territorio rimane indietro”