di Sergio Scarpino
«Questa piazza bellissima, le forze dell’ordine presenti, il sindaco, tanti ragazzi… È una realtà che sta cambiando, o forse è già cambiata?», ha esordito Pietro Comito nel dialogo con l’On. Wanda Ferro, sottosegretario al Ministero dell’Interno, durante l’incontro “Storie di donne e uomini che resistono”, sabato 21 giugno in Piazzetta San Domenico, per Trame14.
«Sono stata anche presidente della Provincia di Catanzaro e ho un senso profondo di gratitudine per Lamezia – ha detto Ferro – Trame non potrebbe svolgersi in un luogo diverso. Lamezia sa bene cosa significa criminalità organizzata, e proprio per questo è anche una città che ha saputo cambiare. È stato fatto tanto, ma tanto resta da fare».
Nel corso del confronto è emerso un riferimento alla situazione di altre città calabresi, come Vibo Valentia. L’onorevole ha esteso la riflessione ad altre aree del Paese: «Lamezia e Vibo hanno fatto passi da giganti – ha sottolineato Wanda Ferro – ma ci sono anche realtà che hanno fatto passi indietro. «Penso al bunker dei Graviano, o a Trapani, dove abbiamo consegnato i beni del fratello meno noto di Totò Riina… e non abbiamo trovato cittadini. Trame è una parola, un insegnamento. Non è per quelli che corrono sui social: è un linguaggio, lento, che costruisce. Io vado orgogliosa della mia Calabria, di Lamezia e di Vibo. Ma tanto ancora bisogna fare. La libertà si conquista ogni giorno».».
Parlando dell’intervento istituzionale a Caivano e dell’impegno di Don Maurizio Patriciello, Ferro ha rivendicato un approccio concreto: «Caivano è stato un punto di partenza importante, un luogo dove Giorgia Meloni ha scelto di esserci. Nel mio ruolo, ho contribuito a rendere possibile la consegna di auto confiscate alla criminalità, restituite al Comune per potenziare i servizi pubblici e il presidio del territorio». Ha poi aggiunto: «Ma occorre distinguere tra chi fa antimafia per davvero e chi la usa come una bandiera. C’è una realtà seria, come l’Associazione Antiracket, che lavora ogni giorno accanto ai cittadini. Ma ci sono anche realtà che fanno dell’antimafia una forma di esibizionismo, che nulla hanno a che vedere con la lotta alla criminalità organizzata.
Il giornalista ha poi richiamato le parole del procuratore Nicola Gratteri, che recentemente ha osservato come l’Italia abbia esportato per anni la propria competenza antimafia, ma oggi rischi di essere superata, soprattutto sul piano tecnologico. Ferro ha sottolineato gli sforzi in atto: «Abbiamo inserito 15.000 nuove unità nelle forze dell’ordine negli ultimi anni. Ma la mafia è veloce. Noi dobbiamo esserlo di più. Lavoriamo con la polizia postale, anche con operazioni sotto copertura. La criminalità organizzata si è evoluta, e noi dobbiamo saperla intercettare sul piano digitale».
Tra i passaggi più significativi, il riferimento alla sua recente missione in Perù nell’ambito dell’iniziativa “EL PAcCTO 2.0”. L’acronimo EL PAcCTO sta per “Programma di Assistenza contro il Crimine Transnazionale Organizzato”, come rappresentante del governo per il Ministero della Giustizia: «Ho proposto un tavolo permanente sulla criminalità organizzata. In America Latina vogliono imparare dall’Italia. Noi la mafia l’abbiamo conosciuta prima degli altri. Il Protocollo di Palermo è stato un apripista, un punto di riferimento per le legislazioni di contrasto. E lì, nelle carceri peruviane, ho visto con i miei occhi quanto sia ancora forte l’impatto della criminalità e quanto alta sia la domanda di competenze e collaborazione. È motivo di orgoglio, per l’Italia, essere considerati un modello».
In chiusura, l’On. Ferro ha rivolto un messaggio ai giovani: «Mi auguro che Trame diventi sempre più contagioso, che varchi i confini e diventi una vera “trama” condivisa. I social ci portano spesso verso modelli superficiali o individualistici. Leggere, scrivere, parlare, approfondire: questi sono strumenti di libertà. Non siate donne o uomini di successo. Siate donne e uomini di valore».
Una riflessione che restituisce il senso di un dialogo politico sobrio, ancorato alla concretezza delle cose fatte e alle sfide ancora aperte. Trame, ancora una volta, è diventata l’occasione per misurare parole e impegni: non contro qualcuno, ma per qualcosa.