Parla Claudio Petrozziello, l’uomo delle fiamme gialle in UK
“Una piazza che muove miliardi di euro al giorno è vulnerabile”. Si parla della City di Londra, la più grande piazza d’affari d’Europa che oggi con la Brexit rischia di diventare senza controlli.
Lo spiega Claudio Petrozziello – colonnello della Guardia di Finanza e inviato a Londra come ufficiale di collegamento con la Gran Bretagna, massimo esperto in normativa di prevenzione inglese che ne ha parlato al Chiostro di San Domenico con Raffaella Calandra – giornalista di Radio 24 – e John Dickie – docente di storia italiana allo University College London, con a carico un ampio background di attenzione alle dinamiche della malavita organizzata italiana.
Si dibatte su quanto possano essere attrattive le bolle speculative londinesi nei confronti delle organizzazioni criminali italiane, unitamente all’evoluzione dell’impianto normativo di prevenzione del fenomeno del riciclaggio dopo la presa di consapevolezza della gravosità di un fenomeno lesivo dell’immagine della City.
Londra è, in quanto prima piazza dell’economia e finanza internazionale, una ghiotta occasione per ciascun investitore. «Non lava più bianco», tiene a precisare il colonnello Claudio Petrozziello, riferendosi con ogni evidenza all’accusa di Londra di esser la migliore lavatrice di denaro sporco presente nel contesto dell’economia illegale «ma è una grandissima opportunità di riciclaggio. Una piazza che muove miliardi di euro al giorno è vulnerabile. Le movimentazioni finanziarie che transitano per Londra in un anno sono centinaia e centinaia di miliardi e il 48% delle transazioni legate allo scambio commerciale avviene a Londra».
Il dibattito non sfugge dal mettere in scena le implicazioni celate all’avvio delle trattative di divorzio tra Gran Bretagna ed Unione Europea sulla centralità delle piazze londinesi come agevoli piazze di riciclo di proventi illeciti. “Perché l’Inghilterra si è resa conto di avere un problema. Avendo la piazza finanziaria più grande del mondo, per la legge dei numeri, anche la quantità di illeciti che passano per le sue strade è di notevole entità” – afferma Petrozziello, che aggiunge come dinanzi ad una simile consapevolezza, la City non voglia trovarsi in solitaria alla gestione di un simile fenomeno: «Quando i soldi diventano sporchi e son tanti, è un pericolo per la tenuta della gestione finanziaria della City». Un timore che è alla base dell’adozione di un piano di contrasto organico contro il fenomeno del riciclaggio da parte delle autorità inglesi, partorito sotto lo stretto coordinamento internazionale, beneficiando del «know-how investigativo che nessun altro Paese del mondo, eccetto l’Italia, ha», sancisce Raffaella Calandra.
Una normativa definita “benvenuta” da parte dello storico John Dickie, che tiene ad ammonire: «Osservando la situazione da semplice cittadino, c’era da preoccuparsi. Abbiamo avuto alcuni sintomi: la più grande banca britannica per ben due volte ha dovuto pagare multe salate per infrazione su norme di riciclaggio. Abbiamo un mercato immobiliare visibilmente gonfiato da soldi di provenienza misteriosa».
In chiusura Dickie, però, rassicura: «Gli anticorpi ci sono a Londra. Non è completamente il porto delle nebbie di cui si è parlato».