Hanno scelto la ’ndrangheta come socio, finendone puntualmente stritolati. A Milano e in Lombardia ci sono tutte le mafie. Ma tra queste la ’ndrangheta calabrese è quella più presente, più potente e per certi versi più accettata. Ormai anche i più ostinati negazionisti si sono arresi alla drammatica evidenza. La mafia è riuscita a diventare cuore e anima del suo stesso bersaglio, cioè la grande impresa edilizia del nord. E lo stesso copione si è riproposto in politica: candidati, consiglieri comunali di città grandi e piccole, sindaci e assessori regionali non esitano a sposarsi con la famiglia calabrese che offre voti e appoggi, in cambio di lavoro e favori. Così si è arrivati al grande cantiere dell’Expo, con imprese partecipate e amministrazioni condizionate dalla ’ndrangheta. Una dopo l’altra, generazioni di inchieste giudiziarie hanno rivelato il progressivo radicamento dei clan calabresi e la ramificazione dei loro insediamenti e dei loro interessi economici. Giampiero Rossi racconta l’avanzata del potere mafioso e il suo più recente salto di qualità, attraverso le carte giudiziarie, le valutazioni (sempre più allarmate) degli investigatori, le tardive confessioni di imprenditori, manager e politici che hanno accettato il patto col diavolo e – soprattutto – attraverso la viva voce dei boss e dei picciotti della ’ndrangheta del nord, ascoltati in milioni di ore di intercettazioni telefoniche e ambientali.