Che la strada della cocaina, dai campesinos sudamericani alle narici dei suoi tanti entusiasti consumatori in Europa, è lastricata di crimine, violenza e sangue, nel cortile di Palazzo Nicotera, lo sanno tutti. Eppure le oltre 400 pagine di Cocaina Spa (Pellegrini) appoggiate sul tavolo dei relatori fanno impressione. Tanta. Solo a guardarle. Si apre così questa seconda giornata di Trame, che si preannuncia appassionata come la prima. Vincenzo Spagnolo, autore del libro, Pantaleone Sergi, giornalista impegnato contro la mafia e Luigi Maffia, sostituto procuratore, dialogano intorno a quell’affare criminale, lurido e vantaggioso da 8 mila morti all’anno in Europa e 500 miliardi di dollari l’anno.

Una tragica storia di conseguenze devastanti: criminalità, inquinamento ambientale, corruzione, riciclaggio, terrorismo, stragi, colpi di Stato. Le cifre che echeggiano nel cortile sono da brivido. 21 milioni di consumatori nel mondo, 13 in Europa, 1 milione solo in Italia. E sono destinate ad aumentare. Perché da sfizio costoso per le voglie dei ricchi oggi la polvere bianca, la “regina”, come la chiama Spagnolo, è alla portata di tutte le tasche, anche quelle dei ragazzini che, a Roma come a Milano, comprano dosi a 10-15 euro.

Nel 1971 le operazioni di polizia, racconta Luigi Maffia, portarono a un sequestro di 35 kg di cocaina. Nel 2009 le forze dell’ordine ne hanno sequestrate oltre 4 tonnellate. Eppure, paradossalmente, nonostante la crescita esponenziale dei sequestri, il consumo aumenta, perché il problema alla base dell’uso di cocaina è prima di tutto culturale. Se il rapporto con le altre droghe, dalla cannabis all’eroina, nasceva dall’esigenza di ricorrere a “paradisi artificiali” per sfuggire una realtà avvertita come estranea, la cocaina è invece lo strumento per sentirsi uguali agli altri, per sentirsi più adeguati.

Una tragica storia di conseguenze devastanti, di cui Vincenzo Spagnolo ripercorre le tracce a ritroso dalle città europee, passando per l’Africa occidentale ormai colonizzata dal traffico della cocaina, fino ad arrivare nella terra dove la “regina” si produce. Quel Sud America dove ogni grammo di cocaina sniffato distrugge 10 mq2 di foresta amazzonica. Dove, nel solo Messico, muoiono 35 mila persone ogni anno.

Un affare criminale, lurido e vantaggioso insomma che gli entusiasti consumatori europei, frequentatori di piste da “sballo”, come le definisce Luigi Maffia, dovrebbero cominciare a vedere. A cogliere la vera essenza di ogni sniffata di polvere bianca: non già un viaggio per sentirsi uguali agli altri, ma l’ultimo viaggio di troppi.