Giuseppe Baldessarro, Riccardo Iacona e Gaetano Saffioti conversano con Attilio Bolzoni

Il giornalista Attilio Bolzoni, prima di introdurre la delicata storia dell’imprenditore di Palmi, colpisce duro chi si occupa di criminalità organizzata: «Per parlare di mafia non ci vuole la retorica perché estorce i fatti. Molte volte chi parla bene in piazza, poi ha rapporti con questa gente. Troppi giornalisti tacciono quando bisogna parlare di ciò che accade intorno a loro». Bolzoni dipinge l’Italia come un Paese dove si parla tanto del sistema mafioso nei momenti in cui si manifesta con forte evidenza – delitti efferati o operazioni di sequestri e arresti – per poi, però, dimenticare in fretta. È, dunque, fondamentale fare memoria e confrontarsi con chi ha dovuto lottare con questo fenomeno in prima persona.

Gaetano Saffioti aveva paura. Da anni si scontrava con la mafia nei propri affari, erano incontri che diventavano quasi quotidiani. Non temeva la mafia, sapeva che non era imbattibile e conosceva il suo tallone d’Achille. Paventava di lasciare un posto orribile al proprio figlio, senza neanche aver provato a cambiarlo. In questa storia a cambiare le cose, a promuovere un’azione di denuncia, non è stato il coraggio, bensì la paura. Un timore più grande rispetto a quello per la ‘ndrangheta. Un’insicurezza che un giorno, a Palmi, portò Saffioti ad attrezzarsi di microfoni e telecamere e ariprendere segretamente gli incontri con i malavitosi. Non gli interessava ottenere un nemico in più e nemmeno rischiare di perdere degli appalti, diminuendo così i propri guadagni, voleva solo fare chiarezza.

«La storia semplice di un uomo semplice in un paese non semplice» afferma Saffioti, parlando della sua esperienza sul palco di Trame. Durante l’incontro gli altri ospiti rimangono contrariati quando il protagonista del libro “Questione di rispetto. L’impresa di Gaetano Saffioti” dichiara di non essere un eroe, ma un uomo comune. Baldessarro a quel punto della discussione ribatte: «ho deciso di scrivere questo libro su di lui perché racconta le cose incredibili che ha fatto con grande semplicità». Interviene poi Bolzoni: «leggendo il libro mi sono sentito mancare il fiato, e mi sono chiesto se mai sarei riuscito a fare lo stesso, in quanto ci vuole veramente un grande coraggio». Durante l’incontro Iacona ha dimostrato di raccontare con orgoglio questa storia esemplare.

In conclusione Saffioti ci tiene a sottolineare che in fondo tutti come lui possono fare qualcosa ed invita gli ascoltatori ad «essere una locomotiva e non un pallone da far calciare a qualcun altro».