Milano-Italia.
“Abbiamo fatto una città!” Lo dicono loro: centinaia di uomini della ’ndrangheta che vivono tra noi. Frequentano gli stessi bar, e probabilmente il supermercato dove facciamo la spesa l’hanno costruito loro. Ma noi continuiamo a ignorarlo.

[p.221, “Le mani sulla città”, di Gianni Barbacetto e Davide Milosa.]

Gianni Barbacetto è un giornalista che lavora al Fatto quotidiano, è collaboratore del Venerdì di Repubblica, ha lavorato al Mondo, all’Europeo, a Diario, collabora a Micromega ed è direttore di Omicron (l’Osservatorio Milanese sulla Criminalità Organizzata al Nord). Insieme a tutte queste cose, Gianni Barbacetto è una persona squisita che risponde alle domande di tutti con precisione e accuratezza. A giugno è stato ospite del festival e ha parlato della mafia nei territori del Nord Italia insieme a Enzo Ciconte e di fronte ad una piazza gremita di persone. (vedi post)

Domani esce in libreria il suo nuovo libro scritto a quattro mani con Davide Milosa: “Le mani sulla città. I boss della ’ndrangheta vivono tra noi e controllano Milano”. Ci sembrava il minimo presentarlo qui visto il tema a noi così vicino.

“Abbiamo fatto una città!”
Lo dicono loro: centinaia di uomini della ’ndrangheta che vivono tra noi. Frequentano gli stessi bar, e probabilmente il supermercato dove facciamo la spesa l’hanno costruito loro. Ma noi continuiamo a ignorarlo.

Quello che stupisce è lo stile di vita. Vite da ricchi, condotte nella più totale normalità. Auto da centomila euro e vestiti firmati. Imprenditori dalla faccia pulita come copertura. Avvocati un tempo insospettabili. Giovani ragazzi milanesi che diventano corrieri della droga. Storie straordinarie e incredibili, tutte raccontate con nomi e cognomi. Succede a Milano, oggi: una città che ha toccato il fondo. È questa la sfida a cui sono chiamati il sindaco Giuliano Pisapia e la nuova amministrazione. La borghesia milanese vive tranquilla, intanto i boss sono proprietari di decine di locali, ristoranti e discoteche alla moda. Veri e propri uomini d’affari, che all’occasione sono pronti a trasformarsi in spietati criminali. La città è cosa loro, guai a ostacolarli. In questo libro per la prima volta li vediamo muoversi per le vie del centro, andare allo stadio, cenare insieme e trattare partite di cocaina, costruire palazzi e centri commerciali, celebrare matrimoni a due passi dal Duomo. Ma anche intimidire, minacciare e uccidere, quando serve. E stringere rapporti con la politica, eleggere i propri candidati nelle istituzioni. Molti boss adesso sono in carcere, ma hanno passato il bastone del comando ai figli.

Finalmente li vediamo. Ora tocca a noi reagire.

Gianni Barbacetto ha un suo blog

Chiarelettere, la casa editrice, la trovate qui.