Nel corso dell’incontro “Le mani su Napoli” Giuseppe Manzo e Danilo Chirico hanno discusso dell’attuale situazione che sta vivendo il capoluogo campano e ne è venuto fuori un affresco vivo della città. Manzo ha scritto il volume Le mani nella città (Napoli, viaggio nel business del mattone, Round Robin) insieme a Ciro Pellegrino e in collaborazione con Associazione DaSud.

Il giornalista Danilo Chirico ha esordito citando una data emblematica: 23 novembre 1980, giorno del terremoto in Irpinia, evento tragico non solo per la calamità naturale ma per tutto il sistema corrotto che ne derivò e che ha determinato una ricostruzione immobiliare squilibrata sotto tanti aspetti, primo fra tutti l’intervento della criminalità organizzata.

L’autore del libro ha fatto riferimento al film “Le mani sulla città” di Francesco Rosi, e a cinquant’anni dalla proiezione ha voluto raccontare i cambiamenti rispetto alla cementificazione descritta da Rosi. Manzo ha pronunciato una cifra da brividi: 30 miliardi di euro che “avrebbero potuto dare un tetto non solo alla Campania ma forse tutto il sud Italia se fossero stati impiegati correttamente” ha affermato. E qui subentra la Camorra che ebbe un ruolo fortissimo nella gestione di quel capitale, “investito” in numerosi atti illeciti, da quella data fino alla faida del 2004 di Scampia.

“Quali sono le responsabilità? Che visione si è avuta della città?” Questi i quesiti proposti da Danilo Chirico.

L’imprenditore immobiliare Alfredo Romeo che gestì il patrimonio pubblico di Napoli, finito al centro di numerose  inchieste, ammanchi, poca limpidezza ha sicuramente il ruolo di primo piano. “L’attuale sindaco di Napoli De Magistris non riuscì a liberarsene subito dopo l’insediamento, nonostante molti annunci e soprattutto il fatto che da magistrato era stato uno degli imputati di processi portati avanti”.  Manzo ha dato atto dell’allontanamento di Romeo da parte di De Magistris solo dopo un paio d’anni, penalizzandolo con un maxi risarcimento di 150 milioni di euro. “Romeo se n’è andato dalla porta ma cerca di rientrare dalla finestra – sostiene Manzo – la gestione immobiliare attuale da parte di “Napoli Servizi” si avvale di consulenti che lavoravano con Romeo. La sua presenza persiste”.

Altra importante cifra: 1.500 cittadini bisognosi di un tetto hanno occupato edifici vuoti, e lottando hanno ottenuto un risultato importante continuano a viverci in quelle case. Ma un numero preoccupante sono invece 4.000 persone che occupano le case riservate ad altri bisognosi e che sono molto vicini ai clan cammorristici di Napoli. “Chi amministra Napoli dovrebbe sapere com’è la situazione adesso.” È la denuncia di Manzo.

L’autore del libro ha poi voluto pronunciarsi su un importante argomento: le tariffe estremamente basse e sancite dal cosiddetto “equo compenso” dei giornalisti freelance, legittimato anche dal sindacato dei giornalisti. “Voglio sfruttare l’occasione di trovarmi ad un festival contro le mafie perché si renda pubblico questo vergognoso sistema che mortifica tutti i giornalisti, che spesso si espongono rischiando la vita” ha chiosato.