“Possiamo dire che Roma è una città aperta alle mafie ?”

Con questa domanda il direttore  Savatteri introduce l’incontro ‘Le mani su Roma’. Si confrontano Danilo Chirico, (autore dell’e-book ‘Roma tagliata male. Il sistema droga. Così le mafie succhiano il sangue della Capitale’, edito da terre libere) e Michele Prestipino, da poco procuratore aggiunto a Roma.

Si alternano lo sguardo vasto e onnicomprensivo del magistrato a quello del giornalista, più puntato su un contesto ben determinato e particolare , quello della diffusione delle droghe nella Capitale. Emerge – per entrambi – una medesima presa di posizione: la mafia è già a Roma, ha già determinato un cambiamento economico e sociale nella città. Quello che manca è solo una presa di coscienza della città. Una situazione questa, che il procuratore ha già visto verificarsi in realtà come Reggio, Palermo e di recente la stessa Milano. Una situazione che finisce per creare isolamento nei confronti di chi,  la minaccia,  la avverte chiaramente. È il caso dei cittadini di Ostia, che per anni hanno denunciato infiltrazioni mafiose con l’unico risultato di essere tacciati di pazzia. La simbiosi tra mafia e corruzione – avverte ancora Prestipino – è un pericolo che corrode sempre più endemicamente i palazzi del potere. E Roma è per antonomasia città dei palazzi del potere. Roma non è più città aperta alle mafie, Roma è città di mafia.