Paura, timore, assuefazione : non sono certo questi gli aggettivi più adatti a descrivere l’intervento che ha visto protagonisti  nuovi eroi, che si sono raccontati tra le righe de “I sovversi in terra di mafia. La normalità è rivoluzione”.

Grazie a queste pagine scritte di testa e di pancia da Nino Amadore, cronaca di una realtà che diventa qualcosa di straordinario, per il pubblico è semplice riconoscere e ammirare la forza e l’ostinazione che noi calabresi abbiamo nel sangue.

Come ammette il giornalista Antonio Chieffallo,  vivere al sud è difficile, e se senti, vedi e parli, la tua vita è un inferno. Ma c è sempre una via d’ uscita, e quando anche i libri diventano ribelli, la cultura è uno strumento di autodifesa, le librerie sono un presidio di civiltà e un luogo di legalità; ne è un esempio Gioacchino Tavella, membro dell’ Associazione Antiracket Lamezia, che è speranzoso quando afferma che dai gregari può partire una rivoluzione. Benvengano i sovversivi allora, se sono gli unici capaci a smuovere le coscienze. Ne è convinto Giuseppe Catanzaro di Confindustria, che ha deciso di espellere i membri collegati al mondo della criminalità organizzata, e che è orgoglioso di contribuire alla cultura della legalità, troppe volte trascurata dallo Stato. Esempio di coraggio è poi Fabio Regolo, che trasferitosi  in Calabria, ha stravolto la routine dell’omertà e della rassegnazione; da magistrato si oppone al coma etico che stiamo vivendo e lavora a testa alta lanciando un monito all’intera città di Lamezia Terme, che applaude e ritrova coraggio.