MOSTRE

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Luogo e ora

Dettagli

20:00

Palazzo Nicotera - Piano Nobile

Franco Costabile: Ut Pictura Poёsis

Visita guidata alla mostra
ideata e organizzata dall’Associazione Culturale “Natale Proto”
curata da Mario Panarello, con la direzione artistica di Tommaso Colloca

Mostra

18:00

Complesso San Domenico

Inaugurazione mostre

Il Valore Della Testimonianza
foto di Andy Rocchelli
in collaborazione con la famiglia di Andrea Rocchelli, Articolo 21, Consiglio nazionale Ordine dei Giornalisti, Fondazione Trame
una coproduzione del collettivo Cesura, associazione Amici di Roberto Morrione in collaborazione con l’Ordine nazionale dei giornalisti e con i famigliari di Andrea Rocchelli.
Complesso San Domenico - Piano terra
Orari: tutti i giorni del festival dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 24:00 - ingresso gratuito
 

E lui che mi sorride
Mostra fumetto su Giancarlo Siani
disegni di Emilio Lecce
scritto da Alessandro Di Virgilio
ideato da Round Robin editrice
un progetto in collaborazione con Fondazione Trame e Direzione Regionale Musei Nazionali Calabria Museo Archeologico Lametino, daSud Media Civico
Complesso San Domenico - Piano primo - Museo Archeologico Lametino
Dal 17 giugno al 28 Settembre 2025
Orari: martedì 17 giugno: dalle 9:00 alle 22:00; da mercoledì 18 giugno a sabato 21 giugno: dalle 9:00 alle 23:00; domenica 22 giugno: dalle 9:00 alle 19:00
Ingresso gratuito dal 17 al 22 giugno.
Dal 24 giugno al 28 settembre: ingresso alla mostra incluso nel biglietto
 

L'ombra del pizzo
installazione di Grazia Resta
Palazzo Nicotera - Piano terra
Orari: tutti i giorni del festival dalle 16:00 alle 24:00 - ingresso gratuito

Mostra

19:30

Palazzo Nicotera - Piano Nobile

Franco Costabile: Ut Pictura Poёsis

Visita guidata alla mostra
ideata e organizzata dall’Associazione Culturale “Natale Proto”
curata da Mario Panarello, con la direzione artistica di Tommaso Colloca

Mostra

19:00

Sala Multimediale Chiostro San Domenico

Una vita contro la mafia - A testa alta

Una vita contro la mafia 
Mostra a cura di Istituto Superiore Einaudi-Molari di Rimini in collaborazione con l’Osservatorio sulla criminalità organizzata della Provincia di Rimini ed il Comune di Rimini.

 

A Testa Alta. 
Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino
mostra a cura della Camera dei Deputati

 

Mostra

09:00

Museo Archeologico Lametino - Complesso San Domenico

La nostra storia. Narrazione guidata

Racconto guidato attraverso le sale museali, a cura dell'Archeologo del settore Dott. Francesco Cuteri
Archeologo Prof. Accademia ABA di Catanzaro, dove la collezione permanente esposta farà da trama per il racconto tematico.

Ingresso con prenotazione

Mostra

Museo Archeologico Lametino - Complesso San Domenico

Ho annegato il mare

Videoinstallazione di Elena Bellantoni con voce di Fiammetta Borsellino
Opera di arte contemporanea all'interno dello spazio museale

Ingresso libero

Mostra

18:00

Museo Archeologico Lametino - Complesso San Domenico

La nostra storia. Narrazione guidata

Racconto guidato attraverso le sale museali, a cura degli Archeologi del settore Dott.ssa Maria Teresa Iannelli, Archeologa già Funzionario presso la SABAP per le provincie di RC-VV e Dott. Giuseppe Hyeraci, Archeologo Medievista, dove le collezione permanente esposta farà da trama per il racconto tematico.

Mostra

17:30

Chiostro San Domenico

Quasi vedendosi in uno specchio

A trent’anni dalla scomparsa di Leonardo Sciascia,

fotografie di Angelo Pitrone

Mostra

12:00

Chiostro San Domenico

La voce di Impastato

Inaugurazione mostra fotografica di Elia Falaschi, La voce di Impastato. Volti e parole contro la mafia, Ivan Vadori (regista), Elia Falaschi (fotografo), Gaetano Savatteri (Direttore Artistico Trame.8), Armando Caputo (Presidente Fondazione Trame)

Mostra

17:30

Piazza Mercato Vecchio

ἀρχή (archè)

Installazione site specifc ἀρχή (archè)
di Luigi Giudice feat. GLoois
a cura di Collettivo Istmo

Mostra

17:00

Chiostro San Domenico

Inaugurazione Festival

TRAME E ME

Mostra di Guido Scarabottolo Trame e me, a cura di Giuseppe Prode

 

Mostra Le parole rubate

a cura dell'Associazione Treccani Cultura

Mostra

17:00

Chiostro San Domenico

Inaugurazione festival Trame.4

Trame di parole
Installazione di Renzo Bellanca

Mostra

20:00

Piazzetta San Domenico

Un lenzuolo contro le mafie

Roberto Alajmo ne parla con Enrico Colajanni (Libero Futuro)

Mostra

Una vita contro la mafia

Una mostra realizzata dall’Istituto Superiore Einaudi-Molari di Rimini in collaborazione con l’Osservatorio sulla criminalità organizzata della Provincia di Rimini ed il Comune di Rimini.

Mostra

A Testa Alta

Pio La Torre - Carlo Alberto Dalla Chiesa - Giovanni Falcone - Paolo Borsellino

una mostra a cura della Camera dei Deputati

Mostra

Museo Archeologico Lametino

ARTTEXTURES

Museo Archeologico Lametino - DR Musei Calabria

ARTTEXTURES

contaminazioni d'arte

Installazioni d'arte contemporanea in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti di Catanzaro 

 

Visite a partire dal 25 giugno negli orari di apertura del Museo

Mostra

Complesso San Domenico

LUCA RALLI DISEGNA PEPPINO IMPASTATO

In collaborazione con Round Robin Editrice

dal libro Luca Scornaienchi, Peppino Impastato, Round Robin, disegni di Luca Ralli

Mostra

Complesso San Domenico

#LEPAROLEVALGONO

Un progetto per Trame.11

in collaborazione con Fondazione Treccani Cultura

Mostra

Complesso Monumentale di San Domenico

Il caso "Africo"

Dall'Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo

La mostra fotografica è ideata e prodotta da Cortona On The Move in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Gallerie d'Italia. A cura di Paolo Woods Supervisione scientifica di Barbara Costa Ricerca iconografica di Serena Berno e Silvia Cerri.
Nel 1948 il settimanale “L’Europeo” di Arrigo Benedetti pubblicò un servizio su Africo, un paese dell’Aspromonte Calabrese che, più di ogni altro, rappresentava l’emblema della “questione meridionale” e il simbolo dell’abbandono da parte dello Stato di una porzione del proprio territorio.
Si tornava a parlare del “caso Africo” a distanza di vent’anni dall’inchiesta condotta dall’archeologo Umberto Zanotti Bianco per conto dell’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia, resa nota con il titolo “Tra la perduta gente” e subito insabbiata dal Regime. Ad Africo oltre 2000 persone vivevano in condizioni disumane. Il paese era raggiungibile solo a piedi o a dorso di mulo; mancavano l’acqua potabile, che le donne dovevano attingere camminando per ore, e la luce elettrica; non c’era alcun presidio medico. L’unico vestigio di una presenza dello Stato era la scuola.
Nel marzo del 1948 arrivarono il giornalista Tommaso Besozzi e il fotografo Tino Petrelli, uno dei professionisti di punta dell’agenzia fotogiornalistica Publifoto di Vincenzo Carrese, che realizzò un reportage di 48 immagini che ebbe un'eco straordinaria. Le foto pubblicate furono solo sette, ma fecero epoca e servirono a scuotere dall’indifferenza un Paese che cercava faticosamente e tra mille contraddizioni di uscire dalle macerie, morali e materiali, di una guerra devastante.
Le foto mostravano la quotidianità della popolazione di Africo che, come ricorderà decenni
dopo lo stesso Petrelli “fu molto gentile e cordiale”: uno sguardo carico di rispetto nei confronti di persone il cui stile di vita gli autori non esitano a definire “primitivo” (non a caso il servizio fu registrato dall’agenzia sotto il titolo: “Vita, miseria e costumi primitivi nel paese di Africo”).
Quando, nella notte tra 17 e 18 ottobre 1951, l’alluvione distrusse completamente il paese, l’eco e il clamore di quel reportage contribuì a indurre il Governo a trovare le risorse economiche per ricostruirlo; il nuovo insediamento, Africo nuovo, era però a 30 km di distanza, scelta che violò nuovamente una popolazione già prostrata.
La memoria di Africo “vecchio”, invece, rimane ancora oggi inscindibilmente legata a quel reportage che dopo 75 anni viene offerto al pubblico nella sua integrità, mostrando a tutti quella forza narrativa che lo annoverò a pieno titolo nella storia del fotogiornalismo.
 

Mostra

Trame in Città

Tribunale di Lamezia Terme 
Una vita contro la mafia
Mostra dell’Istituto Superiore Einaudi-Molari di Rimini in collaborazione con l’Osservatorio sulla criminalità organizzata della Provincia di Rimini ed il Comune di Rimini.

Una vita contro la mafia è la mostra realizzata dall’Istituto Superiore Einaudi-Molari di Rimini in collaborazione con l’Osservatorio sulla criminalità organizzata della Provincia di Rimini ed il Comune di Rimini. 
L’esposizione si compone di 26 totem, per un totale di 104 manifesti, che raccontano ai visitatori le storie di chi attivamente ha lottato contro le mafie, magistrati, poliziotti, imprenditori, ma anche chi, suo malgrado, si è trovato coinvolto in vicende che non li riguardavano, vittime innocenti come bambini, donne, civili che si sono trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. I manifesti, ispirati alla sensibilità di Noma Bar – artista e grafico dal tratto evocativo – rappresentano le vittime con un tratto sintetico e distintivo. L’attenzione dei ragazzi si è dunque focalizzata su vittime diverse per gruppo sociale, mestiere ed età. Un progetto nato dai ragazzi del corso di grafica dell’istituto Einaudi-Molari di Rimini che, dal 2018, stanno lavorando ad un percorso per raccontare le storie delle vittime di mafia in manifesti iconici al fine di preservarne la memoria.
Dopo una prima esposizione diffusa nei luoghi della cultura del Comune di Rimini in occasione del trentennale della strage di Capaci, il 23 maggio 2022, Una vita contro la mafia è arrivata nella biblioteca del Comune di Cattolica e a Bellaria Igea Marina. L’obiettivo è renderla itinerante sul territorio della Riviera romagnola e a livello nazionale.

 

 

 

Teatro F. Costabile di Lamezia Terme
Le parole valgono
Mostra della Fondazione Treccani Cultura 
 

La Fondazione Treccani Cultura partecipa a Trame. Festival dei libri sulle mafie con una
selezione di parole chiave tratte dal Vocabolario Treccani on-line e individuate come motivo conduttore delle iniziative. 
In linea con il tema scelto per la tredicesima edizione della manifestazione, “a futura memoria”, l’operazione di custodia e salvaguardia dei fatti del passato necessaria a vivere il presente e a progettare il futuro ci ha portato a individuare la parola Memoria. 
Nel dovere civico della memoria si inserisce in primis il ricordo di coloro che hanno operato per il cambiamento, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la cui esperienza di vita costituisce ancora un esempio e un monito per le giovani generazioni («a egregie cose il forte animo accendono / l’urne de’ forti», per dirla con Foscolo).
La seconda parola è Potere: potere dello Stato italiano, contro il potere della mafia e di tutte le altre realtà criminali che vivono in una zona grigia, che spesso intacca la limpidezza dei processi democratici. Il predominio mafioso si è basato per decenni sull’assenza di narrazione e sulla cortina di silenzio che circondava un fenomeno spesso ricondotto a spiegazioni semplificatorie e folcloristiche. 
Il Silenzio è stato il terreno di coltura della criminalità organizzata.
La chiave di volta nella percezione del fenomeno mafioso è stato invece il Coraggio dimo-
strato da tanti uomini e tante donne dello Stato, ma anche da tanti cittadini e tante cittadine che non hanno abbassato la testa e non hanno accettato la consegna del silenzio, ma con risolutezza hanno testimoniato i valori della convivenza civile e democratica.
La parola Utopia ci consentirà di dare uno sguardo al futuro in una prospettiva nuova, che
potrà essere raggiunta con il concorso di tutte e tutti. In passato sono state ritenute utopistiche idee come l’unità nazionale, la fine dello schiavismo o il voto alle donne. Utopia non è dunque la terra che non c’è, ma la terra che potrà esistere a seguito di uno sforzo collettivo. Come ricordò Falcone, «la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine».
Ci sono infine le Istituzioni, che rappresentano lo Stato nella sua organizzazione sul territorio e che hanno il ruolo di presidio della legalità e di testimonianza della presenza dello Stato democratico. La loro assenza o distanza è stata spesso lamentata dalle vittime delle mafie, perché dove non c’è lo Stato si afferma con facilità il clima di intimidazione mafioso.

 

 

 

Stazione Centrale di Lamezia Terme 
in collaborazione con RFI
Il Popolo Di Trame  
Mostra Fotografica Di Mario Spada A Cura Di Giuseppe Prode

 

"Il popolo di Trame" in una mostra.
Ventiquattro scatti di Mario Spada curati da Giuseppe Prode. Un popolo che in cinque anni ha contano circa sessantamila presenze e che si muove tra il Chiostro, Piazze e palazzi storici della cittá tra ascolto, lettura e visioni.

Un dialogo fotografico che riassume volti e luoghi di una cittá in fermento contro le mafie. Un excursus sull´impegno civile crescente attraverso gli scatti di Mario Spada che fin dalla prima edizione (2011) ha vissuto insieme alla piazza di Lamezia Terme l'esperienza open mind di cui il festival è espressione
“Si è scelto di privilegiare la gente, di raccontare attraverso i volti di chi il festival lo vive per scelta e questo è stato per me una linea guida molto interessante – dice Mario Spada- Trame Festival rimane uno strumento di conoscenza importante, un veicolo culturale fondamentale. Dallo scorso anno – continua il fotografo napoletano – Trame ha dedicato maggiore attenzione al mondo della fotografia e sono gratificato che il mio lavoro diventi visibile alla piazza”
 Luoghi e persone insieme dunque, per “consumi culturali a costo zero per chi partecipa e con un incasso di ritorno altissimo” dice il curatore della mostra Giuseppe Prode “una risposta ad una necessitá di inclusione di un territorio che ha visto crescere negli anni la partecipazione, soprattutto giovane, del pubblico”.

Mostra

TRAME.11

Programma giornate


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