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24 maggio. Trame e Agesci insieme per la Giornata della Memoria Lametina delle vittime innocenti di ‘ndrangheta

Undici alberi per undici vite: Lamezia ricorda le vittime innocenti di ‘ndrangheta

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Sabato 24 maggio 2025, presso il Civico Trame, si rinnova l'appuntamento con la “Giornata della memoria lametina delle vittime innocenti di ‘ndrangheta”, promossa dalla Fondazione Trame ETS, dall’Associazione Antiracket Lamezia ALA e dall’AGESCI zona Reventino, con il patrocinio del Comune di Lamezia Terme.

Un rito civile e comunitario che affonda le sue radici in una data simbolica, il 24 maggio 1991, giorno dell’uccisione dei netturbini Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano. Negli ultimi anni, questa giornata è diventata occasione per ricordare tutte le vittime lametine innocenti della criminalità organizzata, per restituire dignità alle loro storie e generare consapevolezza collettiva.

Quest’anno, il cuore dell’iniziativa sarà un’azione concreta e dal forte valore simbolico: la piantumazione di undici alberi da frutto, ciascuno dedicato a una vittima. Un gesto semplice ma profondo, che vuole trasformare la memoria in impegno vivo. Gli alberi, infatti, non solo porteranno il nome delle vittime, ma saranno piantati con un pugno di terra fertile donato da ciascun partecipante, a simboleggiare la responsabilità personale di ognuno di noi nel contrasto alla cultura mafiosa.

Le storie delle vittime – lette da volontari e scout– restituiranno voce e volto a nomi troppo spesso rimasti in silenzio.

A chiudere la giornata, la posa di una targa in ceramica realizzata dagli scout e un grande cerchio finale attorno agli alberi, animato dall’urlo collettivo dei lupetti, come segno di forza, speranza e continuità.

La “Giornata della memoria lametina delle vittime innocenti di ‘ndrangheta” è un’occasione, non solo per commemorare, ma soprattutto per educare alla memoria attiva. Un invito, rivolto a tutta la cittadinanza, a non dimenticare e a trasformare il ricordo delle vittime in impegno quotidiano contro la ‘ndrangheta e tutte le forme di sopraffazione mafiosa.

Perché la memoria, quando è condivisa, può diventare radice di cambiamento.

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