di Carlotta Cerra
«Un’immersione empatica con Peppe». Così Carmela Ferro, fidanzata di Peppe Valarioti, definisce il film-documentario sull’assassinio del segretario del PCI.
Il documentario, scritto e diretto da Gianluca Palma e Giulia Zanfino di Ugly fils, è stato presentato durante la terza giornata del Festival Trame, che ha ospitato Palma accompagnato da Carmela Ferro, Giosuè Megna e Elisabetta Tripodi.
Zanfino, ha spiegato il moderatore Filippo Veltri, ha recentemente diretto un’altra produzione, dedicata invece all’omicidio di Giovanni Losardo, altra vittima di ‘ndrangheta avvolta dalla polvere, dal titolo "Chi ha ucciso Giovanni Losardo?".
«Sono vittime senza giustizia, non ricordate, se non del tutto dimenticate» ha commentato Palma.
Proprio sul tema della memoria, gli ospiti hanno, in diverse occasioni, dimostrato particolare indignazione:
«La lotta alla mafia inizia ben prima delle stragi in Sicilia» continua Palma, il quale ci tiene a sottolineare come la ‘ndrangheta abbia troppo spesso mietuto vittime in silenzio e ucciso innocenti ora dimenticati.
Anche Elisabetta Tripodi, ex sindaca di Rosarno, offre un interessante punto di vista in merito al ricordo collettivo di Valarioti e dei morti di mafia:
«A Rosarno le parole “mafia” e “’ndrangheta” sembrano essere state silenziate- dichiara- lo sforzo di memoria che viene fatto dall’esterno, deve essere fatto prima dall’interno.»
Tripodi racconta, dunque, come il ricordo collettivo del politico calabrese a Rosarno sia stato quasi una meteora: il premio Valarioti, racconta, è stato oscurato dal comune, interamente in mano alla mafia locale.
Perciò, come spesso, durante l’incontro, ha domandato Veltri, cosa realmente rimane di Giuseppe Valarioti? In una Calabria in cui questo nome sembra non risuonare se non in occasioni convenzionali, in che misura il documentario può essere considerato, come dichiara Megna, «una perla rara»?
Certamente, l’oblio che circonda i nomi delle vittime di ‘ndrangheta può risultare sconfortante, probabilmente anche perché, come dichiarato da Palma, essi vengono oscurati da vicende altisonanti come quelle di Cosa nostra. Ciò che questo documentario riesce a fare, tuttavia, è avvicinare lo spettatore alla vicenda di Valarioti attraverso una «visione a 360 gradi» della sua personalità, come affermato da Megna.
Come dichiara Carmela Ferro, Valarioti, attraverso le testimonianze dirette che emergono nel docufilm, diventa un uomo con una propria individualità, del quale emergono le debolezze, le preoccupazioni, le passioni.
Un progetto ambizioso dunque, che chiude l’incontro con una testimonianza di coraggio e un invito alla libertà:
«Abbiamo deciso di fare la follia di rimanere in Calabria, di non prendere i soldi dalla mafia ed essere persone libere”.
"Medma non si piega. Il film-documentario su Peppe Valarioti" è scritto e diretto da Gianluca Palma, in collaborazione con Giulia Zanfino e Mauro Nigro. Una produzione Ugly Films s.r.l.s. con il supporto di Anpi comitato provinciale di Reggio Calabria, di Associazione Lamezia Antiracket e Fondazione Trame.