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Carceri, Buccoliero: Ci deve essere vita oltre le sbarre

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“Ci deve essere vita oltre le sbarre perché le persone che finiscono in carcere continuano una vita che deve avere sempre gli elementi della vita quotidiana, quindi il lavoro, l’affetto, le relazioni, l’istruzione, la formazione. Il contatto con l’esterno è fondamentale e tra l’altro è previsto dal nostro ordinamento penitenziario che prevede come un elemento fondamentale per la riabilitazione è il contatto con il mondo esterno. La pena è un fatto sociale, tutta la comunità se ne deve occupare. Questo significa che, per quanto le persone siano detenute in carcere, non deve mai mancare quel costante contatto con la comunità esterna. Il carcere di Opera è complesso perché è una casa di reclusione con diversi circuiti e quindi diverse tipologie di detenuti. C’è la media sicurezza, la massima sicurezza, il 41 bis. In queste tante tipologie di categorie bisogna anche applicare criteri e normative diverse ed è anche più difficile stabilire delle regole per i vari circuiti.” Così Cosima Buccoliero, già alla guida della casa di reclusione di Bollate, vicedirettrice di Opera, il più grande carcere italiano partecipando a Trame.10,  Festival di libri sulle mafie che si tiene a Lamezia Terme fino al 5 settembre.

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