L’ultima serata di Trame Festival ha offerto l’occasione di ascoltare Santo Piazzese parlare del suo ultimo romanzo, Blues di mezz’autunno, edito Sellerio. Ad introdurlo è stato il direttore artistico del Festival, Gaetano Savatteri, che ha lasciato poi il testimone a Tiziana Selvaggi, giornalista.

Accompagnato dal sassofono di Alberto La Neve, giovane jazzista cosentino, Piazzese ha raccontato le avventure di Lorenzo La Marca, già protagonista dei suoi primi due romanzi, editi sempre Sellerio.

«Sono un biologo prestato alla scrittura»: è così che si definisce Piazzese, che ha scoperto il suo talento letterario proprio grazie ad un altro biologo, in questo caso prestato all’investigazione, che è il Lorenzo La Marca dei suoi libri.

Con quest’ultima opera torna una Sicilia che l’autore nasconde e racconta allo stesso tempo, ancora una volta rispetto ad altre “Sicilie” letterarie, di cui si riconosce il sapore, quella di Piazzese ha un suono che non è solo il blues del titolo, ma anche quello delle voci dei suoi personaggi, nel linguaggio che adopera.

«Quando scrivo ho sempre una colonna sonora di sottofondo – spiega l’autore – e poche città come Palermo hanno insita nelle strade, negli edifici, una musica. Quella che io sento è il blues».

La scrittura di Piazzese poi risente della sua preparazione accademica, ma si lascia trasportare anche dal carattere dei personaggi, dall’esperienza del Piazzese lettore, uno scrivere anche questo (è necessario ripetersi) che segue l’armonia del blues.