“Forse è questo, allora. Abbiamo inseguito per anni un modello che non ci apparteneva, pensando di essere sbagliati. Un po’ come il brutto anatroccolo che non sa di essere cigno”. Con questa metafora Marino Sinibaldi, direttore di Radio Tre, interpreta le parole del Ministro per i Beni e le Attività Culturali Massimo Bray, alla sua prima intervista pubblica rilasciata in occasione del Festival Trame. 

Tra ricordi personali al sapore di ricottine e al profumo di carta, il Ministro Bray cerca di tracciare un percorso di uscita dalla crisi per l’economia italiana che leghi cultura e turismo. “Attorno a me vedo tante macerie, scusate se uso un termine forte. Dobbiamo invece ripartire valorizzando i nostri simboli”, spiega. Tra questi include i Bronzi di Riace, lasciandosi sfuggire la promessa che “presto rialzeranno la testa. Stiamo individuando quattro siti su cui intervenire per rilanciare il Mezzogiorno”. C’è una parola che ritorna spesso: bellezza. Non soltanto riferendosi all’ultimo film di Paolo Sorrentino che Bray ha apprezzato perché “rende l’immagine della Città Eterna”, ma soprattutto per parlare dei cittadini italiani “sempre migliori dei propri governanti”. Per fare un esempio, attinge a un episodio avvenuto quando lavorava come redattore per la Treccani: “Volevo far uscire con un giornale un’enciclopedia dantesca, ma nessuno credeva che avrebbe funzionato. Con l’appoggio di Roberto Benigni, è arrivato in edicola vendendo più di 52mila copie”.

Il problema è, dunque, di antropologia culturale. Per questa ragione il ministro Bray non esita a mettersi dalla parte dei professionisti del Maggio Musicale Fiorentino, confidando che domani (lunedì 24 giugno) si riunirà con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi per garantire la sopravvivenza dello storico teatro. Il ministro sottolinea i vantaggi economici derivanti dalla difesa della cultura, quantificati in un ricavo di 15 euro per ogni 2 investiti.

“Da quando sono entrato nell’esecutivo, ricevo centinaia di segnalazioni. Mi piacerebbe poter dare ascolto a tutti, ma per farlo il governo dovrebbe durare 3 anni e 6 mesi”, provoca prima di aggiungere: “Sarebbe bello cambiasse anche questo modo miope di fare politica. Sarebbe bello poter fare azioni di lungo raggio”. Le parole del ministro suggeriscono che, per andare avanti, bisogna voltarsi indietro. Rimpiange la scomparsa delle cartiere, definisce la piccola editoria “un’eccellenza da salvaguardare” insieme alle piccole librerie. Invitato dal sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza a provare i formaggi calabresi, Bray ricorda un posto lungo la strada che va all’aeroporto dove “si mangiano dei panini buonissimi”. I volontari lametini del Festival Trame si sorprendono e ridono sentendolo citare un posto a loro conosciuto.

Con loro il ministro Massimo Bray chiede di scattarsi una foto, dopo i saluti del sindaco, del presidente della Associazione Italiana Editori (AIE) Marco Polillo e di Armando Caputo, presidente dell’associazione antiracket di Lamezia Terme.