La Bellezza, così come tutto ciò che la circonda, è da noi trascurata: le brutture fan sì che venga messa in ombra, ma anche questa costituisce un progetto di vita. Un progetto di vita l’ha voluto mettere in scena Gualtiero Pierce, sceneggiatore, regista, scrittore e giornalista che, in maniera brillante, è riuscito a trasferire il racconto di vita vera dalle pagine di un libro agli schermi televisivi.

La storia si incentra sull’ emozionante esperienza dei ragazzi di Pippo Fava, giovani dai quindici ai venticinque anni che “progettavano di vivere una vita giusta, scegliendo certi valori piuttosto che altri” e che con lui hanno messo in piedi una redazione fondando il mensile “I Siciliani”. Impresa per nulla delle più semplici quella che li ha spinti a combattere anche a costo di altissimi rischi per la propria incolumità personale, “un’avventura che sembrava folle”, secondo il giornalista Gigi Restivo, considerando che cosa doveva essere la Sicilia di allora, terra dove in soli tre anni si raggiunse la quota di tremila omicidi. “Purtroppo, però, le nostre terre hanno bisogno di eroi che sappiano smuovere le coscienze”, e Pippo Fava era uno di questi: “ha segnato il destino di tanti ed è stato un faro, non solo per i giovani che lo hanno seguito”.

Ancora una volta i riflettori si accendono sui modelli e sulle influenze che la cultura in generale e lo spettacolo in particolare possono provocare sul grande pubblico. “Io penso non ci sia un limite nel raccontare storie, ma la chiarezza di evitare di rappresentare eroi negativi”, spiega Pierce: “La televisione ha ancora un potere ed una forza straordinaria”, sottolinea, ed è in grado di restituire non solo l’immagine ma anche l’umanità delle persone che quella storia l’hanno fatta. L’ospite parla inoltre di una “sincera volontà editoriale di produrre fiction, perché di modelli abbiamo bisogno, di persone che vale la pena ascoltare”. E aggiunge: “queste storie sono così interessanti e fanno ancora battere i cuori perché ci sono ancora cuori che vogliono battere”.