Un Teatro Umberto gremito ha accolto il giornalista Arcangelo Badolati e i suoi ospiti, che, a partire dal libro I(r)rispettabili scritto a quattro mani da Alfredo Mantovano, magistrato “di ritorno” e con nove anni alle spalle di attività al Ministero dell’Interno e da Domenico Airoma procuratore aggiunto alla Procura di Cosenza e magistrato con articolata esperienza di contrasto alla camorra ed alla ‘ndrangheta, hanno esplorato le forme del consenso mafioso.

Il senatore Mantovano ha sottolineato tra l’altro il contraddittorio ruolo di numerose serie televisive come Gomorra Il Capo dei capi, evidenziando come purtroppo, la presentazione dei capi della mafia, pur lontana da qualsivoglia forma di apologia, abbia tuttavia finito per affascinare molti giovani.

Airoma richiamando il forte radicamento della camorra in Campania, ha posto con forza un tema alquanto preoccupante legato al crescente consenso sociale verso le organizzazioni mafiose nelle zone in cui tali forme criminali sono tradizionalmente presenti suggerendo una spiegazione a un tempo suggestiva e inquietante: la camorra è più vicina alle persone, e riesce forse a dare concrete risposte a bisogni e a domande che gli apparati istituzionali non sono in grado di soddisfare.

Domenico Prestinenzi, procuratore di Lamezia, ha concentrato il suo intervento sui molteplici problemi legati alla gestione dei beni confiscati, ponendo l’accento sulla tardività e sulla frammentarietà dell’azione dello Stato in proposito.

Giovanni Zara, avvocato della Federazione Antiracket Italiana a Napoli dal 2009 che ha accompagnato numerosi operatori economici alla scelta della denuncia. Ha infine, evidenziato il ruolo decisivo delle associazioni Antiracket.

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